Ultimi scampoli del 2010, cosa significa per Apple il 2011

31/12/2010 09:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Nel 34esimo anno di Apple si archivia l’esclusiva dei Beatles, si prepara alla svolta dei servizi online, sta per togliere dal mercato i server 1U e dovrà prendere una decisione sugli iPhone con micro USB.
In questi ultimi giorni dell’anno stiamo ripercorrendo gli eventi più significativi dell’hi-tech, i primi 6 mesi li abbiamo riletti ieri e la seconda parte sarà pubblicata a mezzogiorno.

L’occhio di riguardo è puntato su Apple, azienda che ci fornisce le meraviglie tecnologiche che ci troviamo a discutere quotidianamente su queste pagine, val la pena quindi di ricapitolare cosa significa il passaggio dal 2010 al 2011.

Se nel 2010 abbiamo finalmente visto in Italia i film di iTunes, attesi da anni, ora aspettiamo che arrivino anche i titoli italiani ed altri studios di Hollywood (per esempio Universal, WB e Disney, il che significa anche i “fondamentali” di Pixar, incomprensibilmente assenti), ma non si spegne la speranza per gli spettacoli televisivi ed i libri su iBookstore.

Per fortuna però le canzoni dei Beatles sono state ottenute dopo anni di trattative ed iTunes Store le vende regolarmente con grande beneficio, tra poche ore finirà però l’esclusiva e la concorrenza come quella di Amazon MP3 (che in Italia non esiste) è pronta.

Stando alle dichiarazioni dei manager di Apple entro oggi il grande datacenter di Maiden (North Carolina) dovrebbe partire ufficialmente, non che non sia stato usato nell’ultimo trimestre sperimentando qualche streaming massiccio con ottimi risultati. L’impianto ecologico, che piange il suo creatore Olivier Sanche, si raddoppierà per chissà quali piani di Cupertino, a 4.400 chilometri più ad ovest.

A proposito di streaming, ci aspettiamo di non vedere mai più eventi Apple ritagliati solo per gli amici degli amici (cani compresi), mantenendo l’improvvisa ed inattesa l’illuminazione spirituale di proporre online tutto per tutti, ne gioverà non solo la democrazia ma tutta l’utenza. Essere sul posto resta comunque un’ambizione della stampa, oltre che un diritto ma lasciamo perdere, per raccontare ai propri lettori come stanno le cose. Ma tanto con Apple serve a poco: “questo non lo puoi chiedere, l’altro sai che non danno risposta, quello non puoi fotografarlo, di qui non si passa” sono i comandamenti lividamente assecondati della loro insopportabile politica. D’altronde era un’idea di Apple condividere tutto su apple.com e negli Apple Store, promessa al momento di giustificare l’abbandono del Macworld Expo di San Francisco.

Il 2011 sarà anche l’anno degli smartphone con connettore micro USB unico, almeno per la ricarica della batteria ma sperabilmente anche per tutto il trasferimenti dati da effettare via cavo, sistema a cui Apple ha apparentemente aderito con entusiasmo senza pistole alla tempia di nessuno. Tutto ciò almeno in Europa, ma se per una volta i burocrati di Bruxelles tracceranno un solco anche per tutto il resto del mondo sarà un importante merito. I parvenu dell’ultima ora, che si accorgono solo ora ed in ritardo, della decisione della Commissione Europea sfoderano l’idea dell’adattatore. Alzi la mano chi se ne va in giro con un adattatore in tasca oltre al cellulare.

A tra 31 giorni è invece fissata la fine corsa dei server 1U di Apple, gli Xserve non hanno trovato mercato fertile ed Apple li eliminerà. Nei mesi successivi potrebbero arrivare nuovi Apple Store in Italia oltre ai 4 periferici, ma di questo se ne parlerà appena si alzerà la nebbia delle voci e si concretizzeranno i negozi.



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