La Cina verso il VoIP (non statale) illegale

31/12/2010 08:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Skype e ad altri servizi similari non possono essere monitorati e censurati dal regime, oltre che togliere guadagni? Allora solo il VoIP di China Telecom e China Unicom resteranno attivi.
Alla faccia del pensiero di Net Neutrality che si fa strada altrove, in Cina le telecom statali dichiarano guerra al VoIP.

La battaglia cinese non si limita alla censura: il Papa condanna le vessazioni dei cattolici in Cina e la BBC si oscura, Google vuole ricerche non filtrate ed è costretta a migrare ad Hong Kong per farlo, il silenzio sul Tibet è regola ed i siti occidentali di condivisione più famosi (Facebook, Twitter e YouTube) sono più bloccati che liberi.

Oltre a lasciar proliferare falsi di prodotti occidentali, la Cina mette il bastone tra le ruote della concorrenza. Come ci riporta il People’s Daily sta per diventare fuori legge il VoIP, le aziende telefoniche statali proibiranno l’uso di questa tecnologia che fa risparmiare soldi sulle telefonate ma che, soprattutto, è difficilmente monitorabile e censurabile dal regime. Il ministro Wang Xudong lo ha deciso lo scorso 10 dicembre.

Il duopolio festeggia, solo le comunicazioni attraverso China Telecom (con China Mobile) e China Unicom saranno legali. Una data precisa per l’attivazione delle nuove regole non è stata fissata.

Skype, leader del settore, non commenta ma il britannico Daily Telegraph ha saputo dall’azienda lussemburghese che attraverso i servizi del partner Tom, con sede ad Hong Kong, i servizi di Skype possono essere usati regolarmente.



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