In Cina risolvono così sui negozi contraffatti. Da ridere

15/08/2011 07:03 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Poche varianti ed i negozi cinesi ricominciano nella loro clandestinità alla luce del sole.
Prima Apple Stoer ed ora Smart Store, va bene il cambio di nome nei finti Apple Store cinesi, ma poco altro perché il logo di Apple appare ancora, assieme ad altri marchi registrati.

I prodotti venduti sarebbero quelli di Apple, ma l’utilizzo delle denominazioni dell’azienda di Cupertino è senza autorizzazione/pagamento/adesione a standard decisi per tutti.

La scoperta, nel caso ci fosse bisogno di prove, è di poche settimane fa grazie ad uno di quella schiera di blogger che Steve Jobs non apprezza. Si spera che almeno un “thank you” sia arrivato a BirdAbroad, ma ci crediamo poco.

Tuttavia sono emersi altri 22 negozi farlocchi nei giorni successivi, nella sola Kunming, la capitale della provincia dello Yunnan. Figuriamoci quanti altri ce ne potranno essere nella patria sconfinata delle imitazioni.

Svegliati Apple, le apparenze nemmeno ingannano. Basta guardarle. Gente “smart” (furba) sa di poter fare quello che vuole, mentre tutti gli altri rivenditori autorizzati devono minuziosamente seguire le regole, qui in Italia ed altrove.

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