Ecco come si giustifica 3 su iPhone venduti solo con abbonamento

02/05/2011 07:02 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Secondo il carrier i negozi con il loro marchio agiscono in modo indipendente e fanno quello che gli pare con gli smartphone che hanno.
3 continua a vendere iPhone nei suoi punti vendita solo a chi sottoscrive un abbonamento. Ci risiamo, con il lancio della versione bianca dell’iPhone 4 i pochi esemplari disponibili vengono negati a chi li vuole comperare in versione ricaricabile.

E’ dall’estate 2009 che la filiale italiana di 3 ha ottenuto l’iPhone da Apple, dopo aver fatto da “vittima” per un paio d’anni. Come è già accaduto in passato, in questi negozi è difficile avere il 50% di quello che 3 promuove: vendita dello smartphone svincolato e vendita dello smartphone con un abbonamento vincolante per 2 o più anni.

Non sperate in tempi decenti per le indagini dell’antitrust presieduta da Antonio Catricalà, che nel 2010 si era interessato all’argomento. Solitamente le poche multe che arrivano a chi non mantiene quello che promette giungono con anni di ritardo sulla loro efficacia.

I ricatti quelli di 3 li conoscono bene, a volte i prezzi fatti da loro sull’iPhone sono stati migliori di quelli dei concorrenti (80 euro in meno anche del listino Apple), ma poi in realtà nessuno era in grado di comperare lo smartphone risparmiando qualche euro.

Sabato il canale Twitter di 3 ha voluto dare risposta a qualche utente sempre più scocciato di questa situazione, che si rinnova ad ogni nuovo iPhone. Ora i 3Store sarebbero del tutto indipendenti dalle decisioni di 3, l’operatore non avrebbe “mai fornito indicazioni del genere” perché “i dealer sono imprenditori ed agiscono in base a libera iniziativa”.

Ovviamente, se chiesto ai gestori dei negozi che dicono di non avere iPhone vendibili senza abbonamento, tutti rispondono che sono imposizioni di 3.

Certo che ai dealer fa comodo obbligare i clienti a sottoscrivere abbonamenti, hanno la percentuale di guadagno. Ma è mai possibile che 3 non si assicuri che i negozi con quel marchio rispettino le regole del “gioco”?

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