Apple rimodula i cambi valutari in 6 paesi (non nell’area euro)

14/07/2011 07:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001La Stella Polare di Apple è sempre stato il dollaro e raramente ha fatto operazioni di adeguamento delle valute straniere, le quali hanno creato svariate ingiustizie nei listini internazionali.
Chi ci legge da tempo non si stupirà se ribadiamo che i trattamenti alle nazioni diverse dagli Stati Uniti, quando si parla di Apple, sono stati spesso ingiusti, sotto molti punti di vista. Si ricordino per esempio le tabelle comparative di iPad, iPad 2 ed iPhone 4.

28-11413b_1usd070eurI cambi valutari, oltre alle diverse tasse locali, sono l’aspetto più odioso perché toccano il portafogli degli affezionati clienti.

Come noto, tutti i giorni, i prezzi delle monete estere cambiano in base alle contrattazioni (accanto vediamo gli ultimi 12 mesi di quanto è costato in euro 1 biglietto verde), ma è evidente che non è possibile modificare i listini dei prodotti ogni 24 ore, anche se tecnicamente fattibile vista l’alta sincronizzazione a tutti i livelli.

Una vecchia battaglia che portiamo cocciutamente avanti, anche sbattendo contro ai mulini a vento di Cupertino, è proprio sull’adeguamento delle tariffe. Tuttavia Apple lascia passare troppo tempo ed i malumori montano.

Una lunga “manutenzione”, nella giornata di ieri (tra le ore 18 e l’1 di notte di oggi, ora italiana) in alcuni App Store/Mac App Store internazionali, ha lasciato i clienti senza il negozio virtuale, poi a tarda notte si è capito il perché di questo intervento inusuale. Ce li riassume Mac Rumors prendendo come prezzo base i software venduti in USA a 0,99 dollari:
in Australia il prezzo diminuisce da 1,19 a 0,99 dollari australiani
in Giappone il prezzo diminuisce da 115 ad 85 yen
in Gran Bretagna il prezzo aumenta da 0,59 a 0,69 sterline
in Messico il prezzo aumenta da 10 a 12 peso
in Norvegia il prezzo aumenta da 6 a 7 corone
in Svizzera il prezzo diminuisce da 1,10 ad 1 franco
Tuttavia, come si può vedere dai grafici sottostanti, i prezzi delle valute di questi paesi hanno avuto un andamento simile (in ascesa rispetto al dollaro) negli ultimi 12 mesi.

Ammesso che i provvedimenti di Apple abbiano una certa coerenza con gli andamenti di queste 6 valute (il franco svizzero viene considerata la valuta più sicura contro le crisi finanziarie), per quale ragione nulla sarebbe cambiato finora per i prezzi del multimedia venduto su iTunes Store o perché l’hardware venduto su Apple Store costa come il giorno prima?

Anche in zona euro soffriamo in qualche caso dei cambi diversi tra App Store ed iTunes Store. Di sicuro i britannici, che l’euro non l’hanno voluto, continuano della scorsa estate a non essere felici con la loro sterlina.

Un vero caso era scoppiato già 3 anni fa, con tanto di comunicati stampa di Apple che prometteva di standardizzare i prezzi della musica venduta in sterline, entro 6 mesi. Poi, fortuna ha voluto, che il vento finanziario si era messo repentinamente a cambiare e che il problema della sterlina su iTunes Store era stato praticamente risolto senza che Apple muovesse un dito!

Nel 2008 Apple era sotto pressione per le invenzioni vere e proprie del “Cupertino Foreign Exchange Rate”, tanto che abbiamo visto in quell’occasione le rimodulazioni dei prezzi “in corsa” di iPod, AirPort, iMac e Mac mini.

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