Lobby al Senato USA, Apple paga 720.000 dollari

31/08/2007 08:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Nella prima metà dell'anno l'azienda di Steve Jobs ha tentato di influenzaro le scelte dei politici del Senato USA, come tante altre di ogni settore. Nessuna zona grigia, è una pratica legale se pubblica.
Il Senato USA ha pubblicato durante il mese d'agosto i lobbying report che riguardano i primi sei mesi del 2007 per Apple. Cupertino ha già speso non meno di 720.000 dollari.

Da 12 anni negli Stati Uniti è obbligatorio rivelare quanto spendono le aziende che hanno interesse ad influenzare i legislatori, per supportare le proprie necessità, attraverso personaggi che praticano il lobbying professionalmente, quali intermediari.

I documenti rivelano che Apple non è diversa da tante altre aziende, specialmente quelle high tech, che hanno interesse a vedere una nuova legislazione per i brevetti industriali.

Prima di gridare inopportunamente allo scandalo si sappia che in USA almeno le lobby sono ufficialmente riconosciute e regolate, altrove esistono ma si fa finta di no e qualcuno la chiama corruzione sottobanco.

Apple si fa supportare da vari studi legali: a Nielsen Merksamer Parrinello Mueller & Naylor ha pagato 720.000 dollari; da Mayer Brown Rowe & Maw ha incassato 120.000 dollari; da Egle Associates ha incassato 40.000 dollari; da Brownstein Hyatt & Farber ha incassato meno di 10.000 dollari.

Secondo l'Associated Press una coalizione di oltre 60 aziende (Apple, Adobe, Dell, Intel e Microsoft comprese) ha pagato 200.000 dollari all'ufficio legale Patton Boggs di Washington, sempre per la riforma della legge sui brevetti industriali.



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