Abbonamenti in-app: dubbi delle autorità e film WB in ediz. speciale

18/02/2011 11:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001In USA ed in Europa si controlla come Apple vuole muoversi, in un settore che domina alla grande.
In settimana Apple ha ufficializzato per tutti gli abbonamenti in-app, già visti in anteprima con il favorito del momento The Daily. Se per un verso rappresentano una comodità per l’utente, vari editori hanno già avuto modo di lamentarsi e pochi altri si sono già adattati con anticipo sulla dead line, che Apple imporrà.

Ma Apple, con un dominio nel settore delle applicazioni mobile dell’82,7% (nel 2009 era del 92,8%), gioca sul filo del rasoio del monopolio, anche se la gran varietà di dispositivi con Android assicura concorrenza crescente. Oggi il Wall Street Journal sottolinea le preoccupazioni degli enti nazionali e sovranazionali. Il Dipartimento di Giustizia e la FTC – Federal Trade Commission in USA, la Commissione Europea dalle nostre parti, stanno monitorando la situazione. Ancora niente di particolarmente preoccupante per la società di Cupertino, ma sulla trattenuta del 30% degli abbonamenti e servizi venduti dentro le applicazioni, ha calamitato molte discussioni.

In questa occasione debuttano su una trentina di App Store USA le novità dei film in App Edition, per ora solo con WB – Warner Bros. I primi prodotti disponibili sono The dark knight/Il cavaliere scuro (8 euro) e Inception (15 euro). Dopo un’anteprima gratis del video si deve pagare per avere una sorta di iTunes Extras più interattivo, oltre naturalmente all’intero film, in streaming oppure in download.

Non è chiaro se l’idea è stata solo di uno dei protagonisti di Hollywood, oppure concordata assieme ad Apple, che di solito queste novità le annuncia in pompa magna.

Certo mischiare le carte con i film oppure i libri (come quello di Beppe Severgnini) dentro le applicazioni non aiuta a tenere distinti i prodotti, creando un po’ di confusione. Nel caso italiano obbligato perché iBookstore ancora non vende nel nostro paese. E’ anche una scorciatoia per quei paesi tra i 90 dell’App Store che ancora non hanno un iTunes Store che venda musica o video.

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