Quasi certa l’uscita di Google dai motori di ricerca cinesi

15/03/2010 07:03 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Tienanmen non è solo una piazza di Pechino, ma chi cerca la storia truculenta di 20 anni fa su Google.cn non la trova. Google vorrebbe cambiare le cose ma sembra ormai un desiderio impossibile.
La minaccia di democrazia online fatta da Google alla Cina starebbe per compiersi.

11-08412b_googlepechinoFonti del Financial Times hanno saputo che al “99,9% il motore di ricerca di Google uscirà dalla Cina”, non prima di aver trovato una soluzione per i dipendenti che lavorano nella sede distaccata dell’azienda californiana.

A Google non va bene la censura imposta dai governanti locali, nonostante l’abbia accettato per 4 anni di presenza (minoritaria, circa il 30%) sul web cinese. Le speranze sono state vane, dopo 60 giorni di colloqui sembra che Google abbia dovuto prendere atto di essere finita nel “cul de sac”.

L’ineffabile ministro dell’informazione Li Yizhong ha dichiarato venerdì che le aziende “irrispettose delle leggi cinesi sono da considerare ostili, irresponsabili ed affronteranno conseguenze”. Chiara l’allusione a Google, che vorrebbe lasciare libera la ricerca su Internet nel territorio della Cina.

Tutto questo mentre sono insistenti le voci che raccontano della possibilità di Apple di fornire finalmente anche ai cinesi l’iPhone con Wi-Fi, pur piegandosi al filtro WAPI – WLAN Authentication and Privacy per impedire di visitare siti non graditi al regime. Apple non è proprio la più ribelle delle corporation statunitensi, pensa più a fare business, sbarcando con 25 Apple Store e facendo assemblare quasi tutto l’hardware in quel paese, con lavoratori a basso costo e molti acquirenti di materiale elettronico.



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