Pirateria 2007: in Italia calma piatta

28/04/2008 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Secondo i detentori di marchi e brevetti USA, nel nostro paese passano gli anni ma ben poco cambia, siamo tra le nazioni dell'Europa occidentale che hanno l'indice di pirateria più alto. Nel mondo primeggiano però Cina e Russia.

Secondo i detentori di marchi e brevetti USA, nel nostro paese passano gli anni ma ben poco cambia, siamo tra le nazioni dell'Europa occidentale che hanno l'indice di pirateria più alto. Nel mondo primeggiano però Cina e Russia.
 
I brevetti li abbiamo inventati in Italia, o meglio nella Repubblica di Venezia, il 19 marzo 1474 veniva approvato lo Statuto dei Brevetti.

03853b_leonardoelicotteroPer la verità Enrico VI nell'Inghilterra del 1449 firmava il primo "patent" (dal latino "litteræ patentes", ovvero lettere aperte) per concedere l'esclusiva di un metodo di lavorazione del vetro, già con Giacomo I (re dal 1603 al 1625) era il caos da quanti brevetti venivano rilasciati senza regole precise.

Prima di vedere nel paese anglosassone una legislazione che obbligasse il richiedente a scrivere con precisione una descrizione del prodotto di cui si desiderava avere l'esclusiva, bisognava attendere l'inizio del XVIII secolo.

Negli Stati Uniti il brevetto è diventato ufficiale nel 1790, anno in cui se ne registrarono tre.

217 anni dopo gli USA si confermano come la nazione dove si registra il numero maggiore di brevetti (157.283 nel 2007), è quindi utile prestare attenzione al punto di vista dell'USTR – United States Trade Representative, quando ogni anno pubblica il report Special 301 sullo stato delle proprietà intellettuali degli Stati Uniti nel mondo.

Nell'edizione 2008 è indicata la situazione generale dei brevetti nell'anno 2007. Gli Stati Uniti ritengono "pericolose" due nazioni sopra ad altre nove, in merito al non rispetto dei brevetti: Cina (14 pagine su 51 dell'intero documento) e Russia. Nella prima regna la contraffazione, la seconda è specializzata nei supporti ottici falsi e sulla pirateria online.

Come dice qualche osservatore da Mosca: "in Russia piace tutto quello che è vietato". Per esempio ci sarebbero mezzo milione di iPhone in Russia, lo stesso paese dove recentemente dei blog si sono fatti pubblicità con marchi di Apple, facendo credere che sarebbe partito l'iTunes Store in quella nazione. La Russia sarebbe solo il terzo paese dove sono utilizzati più iPhone, primi gli Stati Uniti seguiti dalla Cina. Né in Cina né in Russia l'iPhone è ancora venduto ufficialmente, tutti i modeli sono stati comperati negli Stati Uniti.

Non sono esempi di violazione di brevetto ma rendono bene l'idea dell'assenza di regole e controlli. Compagni di viaggio di Cina e Russia sono Argentina, Cile, India, Israele, Pakistan, Tailandia e Venezuela. Tutti sono nella top ten del rapporto delle nazioni dove le proprietà intellettuali statunitensi sono calpestate quotidianamente.

Sulla "strada del pentimento" si sono incamminate Egitto, Libano, Turchia e Ucraina mentre il Belize e la Lituania non sono più nella "lista dei più cattivi" dell'USTR, restano solo sotto osservazione.

E l'Italia? E' quasi tutto immobile, non cambia molto.

Pur con qualche progresso, il nostro paese, come non rispettava i diritti altrui nel 2006 non li ha rispettati nel 2007. Il livello di pirateria è lo stesso ed i procedimenti legali non trovano soddisfazione senza una legislazione che faccia da deterrente. "L'Italia è una delle nazioni dell'Europa occidentale con il tasso più alto di pirateria" è scritto nel rapporto di quest'anno, il nostro paese è classificato allo stesso livello di Algeria, Guatemala e Vietnam. In buona compagnia di altre 35 nazioni.



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