Jobs getta benzina (e costa!) sul fuoco degli abbonamenti in-app

22/02/2011 19:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Ce ne vuole di pazienza quando i confini non sono ben delineati. Il CEO di Apple prova a dare una spiegazione ma nella “metà del suo SMS” non c’era evidentemente più spazio per approfondire.
Invece di avere le idee più chiare, gli sviluppatori di applicazioni iOS, ora le avranno ancora più confuse su cosa è un abbonamento in-app e cosa non lo è. Chi devono ringraziare? Steve Jobs.

In uno scambio di messaggi di posta elettronica con il CEO di Apple uno sviluppatore ha voluto sapere se le nuove regole “Apps offering subscriptions”, della sezione 11.12 del contratto, includessero anche i servizi SaaS – Software as a Service e Steve Jobs ha negato: “abbiamo creato gli abbonamenti per le applicazioni editoriali, non le applicazioni SaaS”.

I servizi online in questione sono qualcosa di leggermente diverso dagli abbonamenti, Apple citava nel comunicato ufficiale le sottoscrizioni a riviste, giornali, video, musica e non a storage online o qualcos’altro, comunque a pagamento.

Mentre sono state imboccate strade alternative da alcuni, come WB ed i film trasformati in applicazioni, resta poco chiaro il discrimine tra abbonamento per applicazioni editoriali ed abbonamenti di altro tipo. La domanda principale se la pongono Amazon e Netflix, vedremo nelle prossime settimane se Apple sbarrerà la strada a qualcuno di questi.

Tutti a ribattezzarsi Saas?



setteB.IT – la settimana digitale vista dall'utente mac