Italia sotto alla media europea per la banda larga

18/11/2009 18:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001L’Unione Europea ha analizzato l’accesso in banda larga di tutti e 27 i paesi, sia per i collegamenti fissi che mobili. Telecom Italia resta aggrappata al rame e non vuole gettarsi sulla fibra ottica.
Che importa se il Rapporto Caio suggeriva di puntare tutto sulla fibra ottica per uno sviluppo moderno della rete Internet nel nostro paese, l’amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè ha fatto sapere che lui resta ancorato alla rete in rame.

Nell’attesa che gli 800 milioni di euro necessari all’avvio della “banda larga per tutti” nel nostro paese siano ritrovati, la Commissione Europea nota quanto l’Italia sia dipendente solo alle reti DSL, le quali non ci danno molto onore nella classifica continentale (aggiornata al primo luglio 2009).

Pur in tempi difficili per l’economia nella UE sono state aggiunte 11,5 milioni di nuove linee di banda larga, che ora ne conta 120 milioni a livello continentale.

In Italia (dove il tipo di utilizzo è stato delineato in agosto) è stata promessa una banda di 2 Mbps (per arrivare a 20 Mbps), a seguito della proposta della Finlandia. Oggi si aggiunge anche la Spagna con il diritto ad 1 Mbps per tutti dal 2011.

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Nei 27 paesi della UE la media della disponibilità della banda larga è del 23,9%. L’Italia raggiunge solo il 19,8% mentre le azioni leader nel settore sono l’Olanda con il 37,9% e la Danimarca con il 37,2%.

Quali tecnologie fisse sono disponibili per avere la banda larga in Italia? Quasi esclusivamente DSL, solo il 3,4% (406.086 linee, meno di 5.000 in più negli ultimi sei mesi) ha a disposizione metodi alternativi. Minor scelta di noi, se possibile, c’è in Grecia dove esiste praticamente solo DSL.

In Europa le linee DSL rappresentano il 79% degli accessi in banda larga fissa mentre l’1% è destinato alla tecnologia FTTH – Fiber To The Home. Il nostro paese è il quarto per linee assolute di banda larga, la Germania ne ha 24,1 milioni (82 milioni di abitanti), la Gran Bretagna 22,3 milioni (61,6 milioni di abitanti), la Francia 18,8 milioni (64,4 milioni di abitanti) e l’Italia 18,7 milioni (60 milioni di abitanti).

L’operatore ex monopolista in EU ha una presenza, nelle varie nazioni, del 45,2% sulle linee di banda larga.

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In Italia la maggior parte della banda larga fissa disponibile (63,2% con 11,9 milioni di linee) spazia tra 2 e 10 Mbps, mentre qualcosa di più veloce è disponibile per solo il 6,8% dell’offerta (1,3 milioni di linee).

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Ce la caviamo meglio con l’accesso mobile ad Internet. I vari sistemi su rete cellulare sono scelti dal 4,7% dei connazionali (come in Polonia), ma ancora lontani dal 13,8% dell’Austria, il 12,6% della Svezia ed il 10,8% del Portogallo. Ci precedono anche Irlanda, Danimarca e Gran Bretagna. La media europea del tasso di penetrazione mobile è del 4,2%.

Gli italiani attivi con la rete dati mobile in banda larga sono 8.728.000 utenti, 2.819.000 attraverso modem 3G. Solo la Gran Bretagna ci supera nei 27 paesi europei con 3 milioni di modem 3G.

In UE la rete mobile per l’accesso in banda larga cresce del 54%.

Viviane Reding, commissario europeo per l’information Technology, si augura “un forte impulso alla diffusione di Internet veloce in tutta la UE”.

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