Il Wi-Fi di Google Street View, differenze tra Italia ed USA

27/10/2010 22:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Ci si chiede come mai la giustizia in Italia sia lenta. Il caso esemplare delle differenze tra gli organismi USA che smettono di indagare su Google e di quelli italiani che si svegliano sempre in ritardo.
Che giornata pazzesca è stata questa per le auto di Street View che scattano le fotografie per Google?

Andiamo con ordine: questa estate Google si è auto-denunciata per una violazione della privacy che hanno fatto le vetture di Street View, registrando i dati degli hotspot attraversati nei vari viaggi. Il Garante della privacy italiana apriva comunque un’istruttoria, nonostante il blocco di tutte le attività di queste automobili. Ora di agosto le macchine di Street View ricominciavano a girare, naturalmente evitando di registrare gli hotspot Wi-Fi trovati in nelle zone attraversate.

Chi si sorprendeva allora dei soliti riflessi rallentati italiani era stato un po’ troppo in vacanza all’esterno per non esserne abituato.

Ma non è finita. Lo scatto felino del Garante della Privacy si concretizzava il 21 settembre in un ordine di smettere di raccogliere i dati wireless. Ma se Google ha già fermato tutto? E pazienza, passi.

Adesso però ci si mette, con un’altra reazione fulminea, quella della procura di Roma che ipotizza il reato di violazione della privacy. Google ha di nuovo ribadito di aver fatto un errore (apparentemente involontario), tanto che ha già ascoltato le modalità imposte dal garante per future fotografie nelle pubbliche strade.

La parte molto divertente, se non tragica per le nostre istituzioni, è che proprio oggi, dall’altra parte dell’oceano, la FTC – Federal Trade Commission statunitense ha terminato ogni indagine su Street View di Google, visto che l’azienda ha ammesso le colpe e provveduto a non intercettare più i dati degli hotspot Wi-Fi attraversati.

Come segnalava stamattina la Repubblica, è lecito chiedersi se “a Roma sanno che Google ha confessato?”.



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