Greenpeace boccia i datacenter di Apple, quando è pronto Maiden

22/04/2011 09:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Non bene anche il resto degli altri grandi marchi che operano su Internet, la pagella degli ecologisti nel giorno del 41esimo Earth Day.
Oggi è il 22 aprile, da 41 anni il giorno dedicato al nostro “povero” pianeta, sempre più inquinato.

Va bene la carta riciclata di Microsoft, ma si può fare di più per dirsi azienda eco-tecnologica e Greenpeace si è focalizzata sui datacenter delle principali società hi-tech. Gli attivisti ecologici hanno pubblicato il report dal titolo emblematico How dirt is your data? (quanto sono sporchi i tuoi dati?) sui datacenter presenti sulla Terra (qui la mappa in Google Earth).

Apple ne esce con le ossa rotte, l’impianto diretto dall’ex Microsoft Kevin Timmons avrà bisogno di 100 MW di energia (quanto basta per 80.000 abitazioni) ma solo il 5% arriverà da fonti rinnovabili. Tutto il resto sarà “sporca”. L’indice di energia “pulita” è un misero 6,7%, contro il 55,9% di Yahoo! ed il 36,4% di Google.

L’impianto nella Carolina del Nord dovrà servire alle nuove iniziative sul cloud di Apple, per esempio uno storage online della musica comperata da iTunes Store (come ha già fatto Amazon con Cloud Drive). Anzi l’agenzia Reuters è convinta che tutto sia già pronto e che nell’imminenza debutteranno i servizi di streaming, i quali batteranno sui tempi Google. Mancano le ultime firme sui contratti con le major della musica e poi lo vedremo all’opera.

Ecco la classifica di Greenpeace per i grandi operatori online come Akamai, Amazon, Apple, Facebook, Google, HP, IBM, Microsoft, Twitter e Yahoo! (con le votazioni alfabetiche da A a F, equivalenti più o meno ai ai “nostri” voti numerici da 10 a 4). Nessuno si guadagna il massimo dei voti e certamente Apple, con quella “F”, prende il peggiore. I datacenter consumerebbero dall’1,5 al 2% di tutta l’energia prodotta globalmente e la crescita è del 12% all’anno. Se Internet fosse una nazione, energeticamente parlando, sarebbe la quinta dopo il Giappone e prima della Russia.

16-10973b_greenpeace2011datacenter1

Attualmente Apple gestisce solo lo storico datacenter di Newark in California, un vecchio e relativamente piccolo impianto, non certo ottimizzato agli ultimi dettami ecologici. A breve, durante questa primavera, dovrebbe finalmente debuttare il nuovo datacenter di Maiden, che però sfrutterà ancora molta energia “sporca”, suddivisa tra il 62% da carbone e 32% da nucleare.

16-10973c_greenpeace2011datacenter2

Gli ultimi dati disponibili indicano che i maggiori consumatori di energia sono Stati Uniti e Cina con oltre 3.000 miliardi di kWh (nel 2007). Entra in classifica un settore in forte crescita come il cloud computing, allora responsabile di 662 miliardi di kWh.

16-10973d_greenpeace2011datacenter3

L’energia “sporca” è ancora una grande parte di tutta la produzione, con il solare e l’eolico impiegati ancora marginalmente. Google ha recentemente deciso di attivare un impianto da 168 milioni di dollari nel rovente deserto californiano del Mojave, per generare 392 MW di energia “pulita”. L’ISEGS – Ivanpah Solar Electric Generating System, gestito da BrightSource Energy, funzionerà per 25 anni, quando sarà completato nel 2013. Tra i principali costruttori di centrali nucleari, GE – General Electric ha intenzione di costruire il più grande impianto solare statunitense (400 MW, fino a quando non aprirà quello da 640 MW di Abound Solar nel Colorado) per una spesa di 600 milioni di dollari, oltre ad investire 100 milioni di dollari nel vento dell’Oregon (845 MW) con l’impianto più grande al mondo di Shepherds Flat (pronto nel 2012), in coabitazione con Google.

16-10973e_greenpeace2011datacenter4

Da dove arriverà l’energia di cui abbiamo bisogno nel futuro? Queste sono le stime o le speranze fino al 2050, con l’abbattimento del nucleare e del carbone, un ridimensionamento del petrolio e del gas naturale.

16-10973f_greenpeace2011datacenter5



setteB.IT – la settimana digitale vista dall'utente mac