Censura no ma ok al controllo del web? Google dice la sua

20/04/2010 21:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001I cinesi erano i “clienti peggiori” ma non se la cavano meglio molti altri paesi dove opera il motore di ricerca più rinomato. La mappa delle nazioni che amano censurare o tenere sotto controllo.
Google vuole spiegare meglio tutta la cricca che sta dietro alle richieste dei governi di censurare i contenuti gestiti dal motore di ricerca di Mountain View.

E’ stato definito un atteggiamento doppiopesista quello di Google, che si è ribellata alle censure cinesi ma non in molti altri paesi. Su 100 nazioni dove opera l’azienda di Eric Schmidt 25 hanno richiesto il blocco dei servizi (ma Google non li elenca) ed una quarantina la cancellazione di dati o le informazioni relative a specifiche pagine. Il numero continua a crescere dal 2002 ad oggi.

“Tutti hanno il diritto di opinione ed espressione” dice l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU.

Dalla mappa pubblicata si evince che l’Italia primeggia in queste richieste ufficiali: è il sesto paese per richieste di dati da investigare con 550 casi (dietro a Brasile, USA, Gran Bretagna, India e Francia) ed il settimo per richiesta di rimozioni con 57 casi (dietro a Brasile, Germania, India, USA, Corea e Gran Bretagna). Google intende per dati le pagine di Blogger, di YouTube e di Google Docs.

I filtri sono ben noti alla ONI – OpenNet Initiative e ve lo raccontavamo già qualche settimana fa.

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