Ritorno a Bruxelles per iTunes, ma con i discografici

07/09/2007 14:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Ascoltate tutte le parti la Commissione Europea si deve essere convinta che Apple non ha potuto fare niente di diverso da quello che si è visto in questi tre anni, perché obbligata dalle bizzarre regole commerciali delle major.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Dow Jones ci sarebbe a breve una nuova puntata della lunga telenovelas che vede come protagonisti iTunes Store, le major della musica mondiale e la Commissione Europea.

Per il 19 e 20 settembre sarebbero state chiamate a Bruxelles, nuovamente, Apple, Universal Music Group, Sony BMG ed EMI. Warner non comparirebbe nella lista dei convocati.

La UE ha accusato iTunes Store di discriminare i cittadini europei impedendo l’acquisto incrociato di beni sui negozi online non corrispondenti alla nazione del consumatore. Ovvero un cittadino francese non può acquistare musica da iTunes Store Italia, quello britannico (che ne avrebbe un forte motivo economico) non può farlo su iTunes Store Olanda, quello danese presso il negozio spagnolo, quello greco in Finlandia e così via.

E’ chiaramente una violazione delle norme comunitarie, ma Apple ha sempre detto che la volontà di Cupertino era di creare un unico iTunes Store paneuropeo. Glielo hanno impedito le major della musica, gli editori principali che riuniscono la gran parte della musica in commercio e di maggior successo.

Apple ha dovuto ricorrere al fallibilissimo metodo dei pagamenti online con carte di credito attivate da banche locali. Peccato che se un cliente italiano o britannico si reca, rispettivamente, a Londra o a Roma, è possibile comperare presso un Apple Store una iTunes Card dell’opposto paese (pagandola con la carta di credito di una banca estera) e quindi comperare online i contenuti dell’altra nazione.

Prezzi differenti sì (ai quali contribuiscono solo marginalmente i cambi con l’euro di sterlina e corone scandinave) ma, soprattutto, offerta sproporzionata: chi ha i videoclip e chi no, dove si vendono spettacoli televisivi e dove no, chi trova un album in un paese e non in un altro, un nuovo disco esce un certo giorno in un paese ma giorni dopo in un altro, oppure non uscirà mai.

Risale al 21 giugno la chiusura del precedente round di convocazioni dei protagonisti presso la sede della Commissione Europea.

Con questi ritmi scaglionati a trimestri, probabilmente, la vicenda si concluderà molto in là. Questa sarebbe la buona occasione per l’olandese Neelie Kroes, commissario europeo della libera concorrenza, di dimostrare un maggiore decisionismo e autorità rispetto ai poteri (commerciali) forti.



setteB.IT – la settimana digitale vista dall'utente mac