I software nell’iPhone di Phil Schiller mostrati al NYT

07/12/2009 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Apple ha bisogno di cancellare tutte quelle storie (vere) sulle difficoltà di approvazione dei software su App Store, corre in aiuto di Cupertino un pezzo in primo piano sul New York Times.
Deve essere terminato il turno di BusinessWeek quale fornitore di articoli accomodanti con esclusive su Apple, adesso gli uomini del marketing di Cupertino si servono del New York Times.

50-07810b_iphonephilschillerNel weekend Jenna Wortham, reduce da un incontro con Phil Schiller, ha messo online prima un’anticipazione sul blog e poi un lungo articolo sull’App Store, pubblicato sulla prima pagina della sezione Business, con le confidenze sull’iPhone personale del resposabile del marketing di Apple.

Il quotidiano di New York City, che ha appena lanciato Times Skimmer, ha voluto sottolineare come lo smartphone diventi un “coltellino svizzero dell’era digitale” quando c’è di mezzo un iPhone ed i tanti software dell’App Store. Altri come Google, Microsoft, Palm e RIM ci hanno provato, ma per ora con un successo minore.

In questa occasione Schiller ha sfoderato il suo iPhone ed ha elencato le applicazioni preferite: “Best camera”, “CNN Mobile”, “Eliminate Pro”, “ESPN ScoreCenter”, “Facebook”, “geoDefense”, “MLB.com”, “NBA Game Time” e “Shazam”.

Tuttavia il quotidiano, dopo aver riportato le entusiastice osservazioni di alcuni sviluppatori di questa piattaforma mobile, ricorda uno dei bizzarri casi di software mai approvati da Apple e nemmeno rifiutati, semplicemente congelati: FreedomVoice Systems è da 400 giorni che attende una risposta da Cupertino.

Non è il primo e non sarà l’ultimo caso, visto il perdurare delle politiche poco chiare di Apple sulle approvazioni, a volte “ad personam“. A questo non basteranno mai articoli entusiastici della stampa nel tentativo di addolcire l’amarezza degli sviluppatori.

Passava “casualmente” dall’ufficio dell’intervista anche Eddy Cue, responsabile di iTunes e dei servizi Internet, quindi sul New York Times arrivano anche le rare affermazioni di questo importante dirigente: “per quel che riguarda la musica non ascoltiamo tutti i brani in vendita, la storia cambia radicalmente con i software, è un lavoro complesso testarli tutti”, che qualcuno potrebbe tranquillamente interpretare come un autogol per il processo di approvazione dell’App Store.



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