Steve Jobs snobba la rabbia dei clienti internazionali

15/04/2010 19:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Si scusa ma dice che l’azienda fa il meglio che può: infatti Apple ha tolto il quantitativo di iPad destinati all’Italia ed altre nazioni per servire i clienti statunitensi.
Le frustrazioni di Paul Shadwell, un inglese che vive e lavora in Svizzera e che vedeva avvicinarsi il giorno dell’acquisto di un iPad, sono state spiegate a Steve Jobs in un messaggio di posta elettronica, meritevole di una risposta dal CEO di Apple.

Quando ieri Apple annunciava il ritardo di 30 giorni dell’iPad per gli australiani, canadesi, francesi, giapponesi, spagnolo, svizzeri tedeschi ed italiani, non sono bastate le scuse. Nel senso del rammarico e nel senso della produzione non sufficiente ad accontentare le richieste.

Apple ha voluto accontentare gli statunitensi a discapito degli altri importanti mercati, dimenticando che il 58% del suo fatturato viene dai mercati internazionali.

“Voglio protestare a nome della comunità dei clienti internazionali” scriveva qualche ora fa Shadwell, sottolineando (come abbiamo fatto anche noi) la presa in giro di slogan come “prezzi incredibili” che campeggiano sul sito di Apple e la falsa rassicurazione data esattamente una settimana fa ai clienti internazionali.

La “fregatura” come abbiamo coscientemente definito la decisione di Apple, lascia l’amaro in bocca a molti.

La frase “per due volte avete cambiato la data del rilascio internazionale dell’iPad, certo non è colpa sua, ma posso immaginare che lei non sia contento di essere indicato come colui che deliberatamente nasconde la verità” non è stata gradita: “sei impazzito?” ha risposto questa mattina Steve Jobs.

“Stiamo facendo del nostro meglio, avevamo bisogno di un certo quantitativo di unità per lanciare per bene il prodotto” aggiunge il CEO di Apple, non dando alcun peso alle corrette sottolineature di chi si sente sempre in secondo piano rispetto ai clienti statunitensi.

Insomma era importante fare bella figura in USA e poi il resto importa poco. Comunque le scuse arrivano il giorno prima ad un altro svizzero, a Manuel Wenger il CEO di Apple scriveva: “a fine maggio arriveranno tutti e due i modelli, scusaci del ritardo”.

Proprio a fine febbraio Steve Jobs, in occasione del meeting degli azionisti, dimostrava di non essere interessato ai problemi che Apple ha fuori dagli USA, limitandosi a rispondere “grazie dei suggerimenti” dopo un interrotto tentativo di farglieli notare, uno ad uno.



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