Punto di svolta per le azioni AAPL nell’indice Nasdaq 100

05/04/2011 14:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Il titolo più importante di questo listino newyorkese paga pegno per il “troppo” valore finora raccolto. Sospetti. Aggiornato.
Oggi potrebbe prevalere il pessimismo in borsa, come minimo su Apple.

14-10896b_nasdaq100ribilanciatoNasdaq OMX ha annunciato che nell’indice Nasdaq 100 il “peso” delle azioni AAPL sarà ridotto dall’attuale 20,49 al 12,33% (-8,2% rispetto al 31 marzo), mentre altri titoli beneficeranno dello “spazio” lasciato libero. Altre aziende hi-tech come Google, Intel e Microsoft aumenteranno la presenza nell’indice.

Fino a ieri Apple aveva un’influenza di 6 volte tanto quella di Microsoft, seconda società a maggior capitalizzazione del Nasdaq.

Lo Special rebalance (che non si vedeva dal 1998) serve a riflettere meglio nel listino il vero valore di mercato delle azioni. La novità colpisce volutamente il titolo a maggior capitalizzazione del Nasdaq (oltre che secondo in assoluto in USA dopo Exxon Mobil, che è quotata al NYSE – New York Stock Exchange). Apple dal 26 maggio 2010 ha superato Microsoft, oltre che Wal-Mart e Berkshire Hathaway.

Da un paio di mesi il prezzo delle AAPL non fa più scintille, l’ultimo record del 16 febbraio segnava un picco di 364,90 dollari mentre ieri la chiusura è stata di 341,19 dollari. A 60 minuti dall’apertura ufficiale degli scambi il pre-market indica oggi un calo di circa l’1,3%.

Per i singoli azionisti che scelgono AAPL non cambierà nulla anche dopo il 2 maggio (giorno d’entrata in vigore del nuovo listino bilanciato), per i fondi oppure altri investitori poco schizzinosi che decidono d’investire genericamente sull’indice in questione è chiaro che andranno ad incidere meno su Apple.

Chi crede nei risultati finora ottenuti e nelle potenzialità dei prodotti di Apple, questo martedì, potrebbe essere il giorno giusto per fare buoni acquisti in borsa.

Ad oggi sono queste le aziende incluse nell’indice Nasdaq 100, con le componenti che vedete nel grafico sottostante: Activision Blizzard, Adobe, Akamai, Alexion, Altera, Amazon, Amgen, Apollo, Apple, Applied Materials, Autodesk, Automatic Data Processing, Baidu, Bed Bath & Beyond, Biogen Idec, BMC Software, Broadcom, C.H. Robinson Worldwide, CA, Celgene, Cephalon, Cerner, Check Point Software Technologies, Cisco, Citrix, Cognizant, Comcast, Costco, Ctrip, Dell, Dentsply, DirecTV, Dollar Tree, eBay, Electronic Arts, Expedia, Expeditors International of Washington, xpress Scripts, F5 Networks, Fastenal, First Solar, Fiserv, Flextronics, Flir Systems, Garmin, Gilead Sciences, Google, Henry Schein, Illumina, Infosys, Intel, Intuit, Intuitive Surgical, Joy Global, KLA-Tencor, Lam Research, Liberty Media, Life Technologies, Linear Technology, Marvell, Mattel, Maxim Integrated Products, Microchip Technology, Micron, Microsoft, Millicom International Cellular, Mylan, NetApp, Netflix, News Corp, NII, nVidia, O’Reilly Automotive, Oracle, Paccar, Paychex, Priceline, Qiagen, Qualcomm, RIM, Ross Stores, SanDisk, Seagate, Sears, Sigma-Aldrich, Staples, Starbucks, Stericycle, Symantec, Teva Pharmaceutical Industries, Urban Outfitters, VeriSign, Vertex Pharmaceuticals, Virgin Media, Vodafone, Warner Chilcott, Whole Foods Market, Wynn Resorts, Xilinx e Yahoo!. Dal 31 gennaio 1995 ad oggi chi ha investito nell’indice Nasdaq 100 ha guadagnato il 1.771%.

Aggiornamento del 06/04/2011: secondo attenti osservatori sarebbe sospetto che dalle ore 14 (di New York City) di venerdì scorso il titolo di Apple ha subito il forte sbalzo negativo, come se qualcuno sapesse la notizia in anteprima ed avesse cominciato a vendere.

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