NASA testa l’Internet spaziale

19/11/2008 18:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Si chiama DTN e ci vuole pazienza, ma il pacchetto di dati viaggia con tutta sicurezza tra i nodi prima di raggiungere, dopo milioni di chilometri, la destinazione.

Si chiama DTN e ci vuole pazienza, ma il pacchetto di dati viaggia con
tutta sicurezza tra i nodi prima di raggiungere, dopo milioni di
chilometri, la destinazione.
 
Compiuti ormai i primi 50 anni, l'ente spaziale USA ha presentato il progetto DTN – Disruption Tolerant Networking, con il quale si vuole creare una sorta di Internet dello spazio.
 
Basato sul modello della rete mondiale, gli scienziati del NASA Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, hanno trasmesso con il nuovo "Internet interplanetario" le immagini ad alta risoluzione scattate dalle sonde spaziali a 32 milioni di chilometri dalla superficie terrestre.
 
Il protocollo DTN è nato dalla collaborazione tra NASA e Vincent Cerf, ora a Google. E' certamente diverso dal TCP/IP dell'Internet che conosciamo sulla Terra, la rete deve supportare interruzioni impreviste e ritardi. I dati da Marte alla Terra c'impiegano da 20 minuti a tre ore e mezza per essere trasferiti alla velocità della luce. Ogni nodo spaziale immagazzina le informazioni per tutto il tempo necessario, senza perderle, finché non c'è la sicurezza della prossima tratta da "percorrere".
 
Fin da ottobre si sono svolte le dimostrazioni, utilizzando la navicella EPOXI nei paraggi di Marte (raggiungerà la cometa Hartley 2 tra un padio d'anni) su Deep Space Network, passando attraverso nove nodi interstellari, esclusa EPOXI stessa.
 
La prossima estate saranno svolti altri test tra la ISS – International Space Station (che proprio domani compie 10 anni, dopo 57.300 orbite terrestri) e le sedi terrestri della NASA.

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