Manca meno di un anno a “Connexion II”

09/04/2007 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Non solo il web ad alta quota ma anche uso libero del telefono cellulare. Sono le frontiere della seconda fase della connettività negli aerei di linea, dopo la prematura scomparsa di Connexion by Boeing.

Non solo il web ad alta quota ma anche uso libero del telefono cellulare. Sono le frontiere della seconda fase della connettività negli aerei di linea, dopo la prematura scomparsa di Connexion by Boeing.
 
Entro la primavera del 2008 gli Stati Uniti concederanno alle compagnie aeree di trasformare le cabine degli aeroplani di linea in moderni uffici ad alta quota, con tutte le dotazioni tecnologiche ampiamente note in quelli a terra.

E' la rubrica Middle Seat del Wall Street Journal che ci aggiorna sulle ultime decisioni dell'FCC, l'ente che regola le trasmissioni wireless negli Stati Uniti. "Middle seat" (posto di mezzo) era anche una pubblicità di Apple che promozionava nel maggio del 2001 i primi concetti di digital hub grazie all'iBook con G3 @ 500 MHz e doppia porta USB.

Gli hotspot presenti in cabina saranno multifunzione: permetteranno l'uso dei telefoni cellulari ma anche dei computer con funzioni Wi-Fi (AirPort per i Mac).

01830b_connexionhotspotUn déjà-vu, almeno per i collegamenti Internet, dirà chi ha già provato il compianto servizio Connexion di Boeing. Infatti chi viaggia per lavoro (soprattutto, ma non solo) ne sente la mancanza ormai da oltre tre mesi, da quando il servizio wireless è stato spento il 31 dicembre 2006.

Quali compagnie telefoniche o di altro genere offriranno tale connettività, non sempre a buon mercato, non è ancora dato di sapere ma le autorità statunitensi hanno già avviato le aste per le frequenze (FCC) e concesso l'uso (FAA). Sono già state annunciate dalle compagnie aeree più hi-tech e moderne (oltre che low cost) degli USA, come la prossima Virgin America e l'attuale JetBlue, che tale servizio sarà offerto ai propri viaggiatori.

Qualcosa si muove anche in Europa, anzi può essere che sia il Vecchio Continente ad offrire per primo l'opzione di comunicazione a 11.000 metri. Aiuta la standardizzazione sul sistema GSM. L'irlandese Ryanair avrebbe già richiesto alla OnAir (joint venture tra Airbus e SITA) di preparare gli equipaggiamenti per 200 dei suoi Boeing 737 in servizio. Dimenticate le interferenze, sui velivoli moderni il problema non trova più alcuna consistenza.

In pole position negli Stati Uniti sembra esserci AirCell, già vittoriosa nell'asta della FCC, con un rilancio di 31.3 milioni di dollari. Lo spettro delle frequenze sarà usato sia per le telefonate che per il collegamento a Internet.

Le celle per i telefonini potrebbero essere inizialmente ristrette all'uso contemporaneo di 14 apparecchi e non ai centinaia di passeggeri di un medio aereo per voli nazionali. Installare un hotspot in questi velivoli, un lavoro di poche ore, costerà circa 100.000 dollari ad aereo. Un abbonamento al servizio costerà al massimo 10 dollari e chi è già sottoscrittore di servizi roaming come iPass, Boingo o T-Mobile accederà senza spesa extra.

I "furbacchioni" di AirCell hanno già fatto sapere che sulla rete Wi-Fi di bordo saranno bloccate le telefonate via VoIP, tipo Skype tanto per intenderci, obbligando i viaggiatori ai maggiori costi della "pico-cell" per la telefonia cellulare. Quante porte dovranno chiudere per annullare tutti i servizi, esistenti e futuri, che si poggiano sul VoIP?



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