L’addio di Think Secret. Apple lo fa chiudere

20/12/2007 12:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Ci sarà una fonte d'informazione in meno nel panorama delle pubblicazioni Mac. L'ufficio legale di Apple non riesce a conoscere le fonti di Think Secret (in teoria sacre) ma lo fa chiudere direttamente. L'editore della testata si dice soddisfatto dell'accordo. Aggiornato.

Ci sarà una fonte d'informazione in meno nel panorama delle pubblicazioni Mac. L'ufficio legale di Apple non riesce a conoscere le fonti di Think Secret (in teoria sacre) ma lo fa chiudere direttamente. L'editore della testata si dice soddisfatto dell'accordo. Aggiornato.
 
Think Secret chiude, non pubblicherà più le indiscrezioni che, con tutta probabilità, provenivano dagli uffici di Apple.

03160b_thinksecretfinal"Libertà di stampa" si legge nel Primo Emendamento della costituzione statunitense, ma Apple con Think Secret ed altri la pensa differente.
 
Il sito aveva rotto le uova nel paniere di Apple in svariate occasioni rivelando dettagli che sarebbero dovuti rimanere segreti. In questo tipo di giornalismo si era specializzato.
 
Il culmine dell'ira di Cupertino è arrivato con il "caso Asteroid" nato nel 2004, ormai una situazione archiviata per AppleInsider e PowerPage con sostanziale resa di Apple, ma non è stato così nei confronti del più "piccolo" Think Secret.
 
Solo ora si viene a sapere che gli avvocati di Apple hanno voluto andare a fondo e schiacciare gli avvocati della EFF – Electronic Frontier Foundation, in difesa di Think Secret.
 
Intento raggiunto, oggi Think Secret pubblica il seguente comunicato firmato dall'editore, lo studente universitario dalle chiare origini italiane Nick Ciarelli: "Apple e Think Secret chiudono la causa legale in corso raggiungendo un accordo che soddisfa le parti. Possiamo solo rendere noto che noi non riveleremo le fonti ma che chiuderemo le pubblicazioni".
 
Forse troppo facile prendersela con piccoli editori che, pur facendo un giornalismo discutibile, sarebbero dovuti essere tutelati dalla costituzione. Chissà se Apple se la prenderà anche con il Washington Post che, poche ore prima del lancio dei nuovi iPod settembrini, rivelava tutto sulle prestigiose pagine del sito della capitale statunitense.
 
Ci viene il sospetto che, invece, Apple continuerà ad offrire anteprime di prodotti da testare alle firme più celebri del Newsweek (pubblicato dallo stesso gruppo editoriale del Washington Post). Giornalisti che ai keynote di Steve Jobs siederanno nelle prime file dell'area VIP invece che stare in mezzo ai loro pari della stampa, qualche volta nemmeno accettati agli eventi a loro riservati per la presentazione di nuovi prodotti.
 
Piove sempre sul bagnato, ad altri la pioggia acida.
 
Aggiornamento del 06/10/2008: Nicholas Ciarelli scrive che i rumor sono ormai riportati da qualunque media senza problemi, dai piccoli siti ai giornali più importanti. Lui difende il suo operato perché non ha mai eliminato fotografie o dettagli dietro richiesta di Apple, a cui ogni segreto ormai sfugge regolarmente. Altri siti invece si sono comportati diversamente per paura delle azioni legali. Sta di fatto che Apple ha smesso di richiedere di eliminare informazioni segrete perché il metodo non faceva che confermare la bontà della notizia.


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