Go Daddy stende un velo pietoso sui domini per i cinesi

24/03/2010 20:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001La società statunitense segue Google e potrebbe fare strada a Dell. Microsoft esclusa, è grande fuga sulla Grande Muraglia?
Google dirottava il traffico cinese ad Hong Kong esattamente 48 ore fa, i governanti cinesi non si sono fermati alla critica delle azioni di Google, hanno rapidamente cominciato a rendere inaccessibili pagine online su Dalai Lama, strage di Tienanmen e quant’altro da nascondere sotto al vergognoso tappeto.

Ma resta il caso isolato?

Go Daddy si prepara a non vendere più domini di Internet .cn ai cinesi per gli aumentati controlli dell’identità degli interessati, nonostante campeggi sul sito di questo leader di mercato una pagina scritta in ideogrammi cinesi per promozionare i servizi web.

Dall’indiano HindustanTimes arriva invece l’ipotesi di un abbandono del mercato cinese da parte di Dell, mentre Microsoft conferma di voler rispettare le leggi locali e restare ad operare in Cina.

La CCIA – Computer & Communications Industry Association chiede all’amministrazione Obama di agire contro la Cina, per preservare la libertà di Internet. Lo stesso fa direttamente il co-fondatore di Google Sergey Brin biasimando le censure.

Poche ore fa si è invece temuta una ritorsione diretta dei cinesi a Google. Il britannico Guardian si accorgeva che le pagine con le biografie dei dirigenti di Google erano state tradotte in cinese, ma il motore di ricerca si affrettava a spiegare che si trattava di un errore e non di una manomissione esterna.



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