Foxconn, decimo suicidio senza il permesso dell’azienda

27/05/2010 09:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001La geniale idea della società asiatica è stata di far firmare ad ogni dipendente una lettera dove si promette di non tentare il suicidio. Sennò li licenziano?
Apple e Nokia sono preoccupate per i tragici eventi accaduti negli ultimi mesi negli impianti Foxconn in Cina, dove nasce la gran parte dei prodotti venduti in tutto il mondo con i loro marchi.

21-08930b_foxconnletterasuicidioIl CEO di Hon Hai Precision Industry, la società taiwanese alle spalle di Foxconn, aveva dichiarato di voler “stabilizzare presto la situazione” ed aveva pure aperto alcune porte delle sue fabbriche a 300 giornalisti locali ed internazionali, per mostrare che le condizioni di lavoro non erano poi tanto male.

Terry Gou, il capo supremo di Foxconn, aveva appena visitato una sua fabbrica che arrivava un’altra brutta notizia: dopo la morte del 19enne Li Hai era il turno del decimo suicidio, alle ore 23:20 di ieri si è gettato dal dormitorio C2 è stato un 23enne della provincia di Gansu. Alla Foxconn di Shenzhen lavorava solo da 11 mesi.

L’azienda che fa lavorare circa 800.000 cinesi ha però avuto un’idea geniale: far firmare ad ogni dipendente una lettera (che vedete accanto) dove l’assunto promette di non tentare il suicidio oppure di non auto-mutilarsi, utilizzando invece la linea telefonica 78585 d’assistenza per i momenti più bui.

C’è da chiedersi se Foxconn licenzierà chi trasgedirà al contratto firmato.

Louis Woo, un dirigente di Foxconn, è inciampato in una dichiarazione da brividi fatta al New York Times: “una linea sottile divide produttività, disciplina e trattamenti inumani”.



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