E’ recessione per Apple, ma Jobs vola alto

25/07/2008 08:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001A Cupertino è arrivata la notizia della depressione nei mercati internazionali, oltre che quella negli USA. I rischi di minori vendite potrebbero farsi sentire. Maggiori rimborsi al CEO per l'uso del jet privato.
Continuando a confrontare l'ultimo documento fiscale 10-Q di Apple con i precedenti si scopre come l'azienda di Cupertino vede l'economia mondiale.

Footnoted evidenzia come Apple ha preso coscienza della "depressione" dei mercati.

Rispetto alle solite frasi copiate ed incollate da documento trimestrale a documento trimestrale, questa volta Apple aggiunge particolari interessanti: "il livello di spesa è recentemente deteriorato significativamente in molte regioni e paesi, compresi gli Stati Uniti, situazione che potrebbe rimanere depressa per il prossimo futuro" è quanto viene aggiunto a pagina 48 del form spedito alla SEC.

La "depressione" non si vedeva in documenti ufficiali di Cupertino da almeno cinque anni, tuttavia in quella occasione si riferiva alle vendite dell'azienda e non alla situazione economica generale. Questa situazione mondiale non piace ovviamente nemmeno ad Apple che conclude nella pagina successiva con una previsione scontata ma non piacevole: "i fattori economici potrebbero avere un impatto negativo sulla richiesta dei servizi e prodotti dell'azienda".

Chi non vede recessione è Steve Jobs, che viaggia tantissimo. Il Gulfstream V "586/N2N", l'aereo privato che Apple ha fornito al CEO per i suoi spostamenti, ha aumentato molto i costi di gestione (come tutti gli aerei di questo pianeta paga il carburante a caro prezzo). In questo trimestre Apple ha rimborsato a Steve Jobs 102.000 dollari, come si legge a pagina 17 del documento 10-Q. Più del triplo del trimestre precedente, come nota AlleyInsider.

Certamente i rapporti internazionali sono aumentati visto che, per esempio, l'iPhone 3G sarà venduto entro l'anno in 70 nazioni. Forse Jobs non ha volato in tutti questi per trovare accordi locali con le varie telecom ma almeno nei principali sì.

E' bene precisare che dal 2003 ad oggi il prezzo del barile di petrolio è quasi quadruplicato, passando sa 30 a 117 dollari dello scorso maggio. In marzo il prezzo medio era di 97 dollari.



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