Divieti Wi-Fi, Italia nel ridicolo sul New York Times

26/03/2009 14:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Se lo scrive il prestigioso quotidiano newyorkese che in Italia esistono hotspot aperti al pubblico, che fanno le autorità? Spengono tutti i router "illegali", mettono in gabbia gli utenti o si decidono ad eliminare la norma?

Se lo scrive il prestigioso quotidiano newyorkese che in Italia esistono hotspot aperti al pubblico, che fanno le autorità? Spengono tutti i router "illegali", mettono in gabbia gli utenti o si decidono ad eliminare la norma?
 
L'articolo del New York Times più scambiato via email questa settimana è "Staying in touch internationally, on the cheap" (restare in contatto, risparmiando) della rubrica Frugal Traveler, dedicata ai turisti che non vogliono dilapidare il conto in banca per viaggiare in tutto il mondo.

Matt Gross spiega che fare o ricevere telefonate fuori dagli Stati Uniti potrebbe risultare molto costoso usando l'abbonamento con l'operatore normalmente usato dai lettori, in gran parte residenti in USA.

L'interessante articolo spiega fin da l'A B C come funziona un telefono cellulare e per gli statunitensi è opportuno, sono tantissimi quelli che "cadono dal pero" e scoprono che nel loro cellulare GSM è presente una scheda SIM che è uno standard e che esistono telefoni sbloccati capaci di operare con qualunque SIM internazionale. La norma per loro è acquistare un abbonamento e piegarsi all'uso di un telefono bloccato.

Gross, che evidentemente è in questo periodo sul territorio italiano, fornisce alcune dritte come l'acquisto di schede del paese che si visita, ricaricandole con una spesa minima. Introduce alla combinazione dei sistemi SkypeIn e SkypeOut e pure allo sfruttamento di fring sull'iPhone, per comunicare via Skype su rete Wi-Fi.

La parte più interessante è quella che leggiamo a fondo articolo, quando il giornalista del New York Times racconta della sua esperienza nel modaiolo corso Como di Milano: "I turned on my iPhone, found an open Wi-Fi network and called home" (ho acceso il mio iPhone, trovato una rete Wi-Fi aperta ed ho chiamato a casa). Chiaramente il "responsabile" del misfatto è uno dei tanti locali, bar, ristoranti che si affacciano sulla strada pedonale e che ha attivato per i clienti la rete come valore aggiunto, dimenticandosi di trasformare il cassiere in burocrate che fa fotocopie di documenti e verifica l'identità degli utenti, come richiesto dal decreto.

Purtroppo in Italia da anni siamo soggiogati da una legge come il decreto Pisano che impedisce di lasciare aperti accessi wireless o wired a Internet. Da tempo sosteniamo che si tratta di una legge inutile e che blocca lo sviluppo tecnologico del paese. Adesso si sa a livello mondiale che è anche una legge fuori controllo ed inapplicata.

I lettori statunitensi e di tutto il mondo ignorano l'esistenza dell'assurdo divieto italico, visto il NYT non lo precisa, non certo gli italiani che sono stancamente abituati alle leggi che restano sulla carta per mancanza di controlli.

Unica soluzione applicabile per non cadere ulteriormente nel ridicolo: cancellare il decreto Pisanu sul divieto d'uso di hotspot aperti al pubblico. Altro che continue proroghe, parte di una più ampia dimostrazione d'ignoranza del mezzo Internet!

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