“AT&T paga Apple da 3 a 11 dollari per iPhone”

19/07/2007 22:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Apple ha detto no a Universal Music che voleva 1 dollaro per ogni iPod (ottenuto invece da Microsoft per lo Zune), tuttavia a Cupertino sono riusciti ad ottenere da AT&T una condivisione del guadagno sull'iPhone.

Apple ha detto no a Universal Music che voleva 1 dollaro per ogni iPod
(ottenuto invece da Microsoft per lo Zune), tuttavia a Cupertino sono
riusciti ad ottenere da AT&T una condivisione del guadagno
sull'iPhone.
 
Uno degli analisti che segue più da vicino le vicende di Apple, Gene Munster della Piper Jaffray di Minneapolis, ha pubblicato un report aggiornato per gli investitori.

Munster sarebbe riuscito ad ottenere l'informazione che il contratto firmato tra Apple ed AT&T per l'iPhone comprenderebbe una condivisione dei guadagni per l'azienda di Cupertino.

AT&T avrebbe acconsentito a pagare ad Apple, per ogni iPhone venduto ed operante sulle reti wireless dell'operatore di San Antonio, da 3 a 11 dollari.

AT&T pagherebbe 3 dollari al mese per 2 anni ad Apple con ogni passaggio di un cliente Cingular/AT&T al contratto dell'iPhone. Sono 11 invece i dollari mensili che AT&T pagherebbe ad Apple per i 2 anni di ogni contratto di un nuovo cliente.

Secondo recenti sondaggi ben il 52% dei clienti dell'iPhone sarebbe arrivato ad AT&T provenendo da altri carrier statunitensi come Verizon, Sprint o T-Mobile.

Se mercoledì prossimo Apple confermerà questo non ignorabile dettaglio stimato da Munster, sarebbe un ottimo affare per l'azienda di Steve Jobs.

Certamente questo è uno dei temi delle protratte discussioni di Apple con i carrier di telefonia cellulare europei che ancora, a quanto pare, non sembrano aver firmato i contratti per supportare l'iPhone nel nostro continente.

Ricordiamo che la rottura con Universal Music per iTunes Store sarebbe avvenuta proprio per la clausola del pagamento di una cifra fissa per ogni iPod che Apple vende. La pretesa della più importante major della musica è decisamente meno giustificata di quella di Apple con il suo iPhone, in ogni caso suggestionata dal precedente ottenuto da Microsoft per gli Zune.



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