Ancora una volta è AT&T che tiene la catena di Apple

29/03/2010 07:04 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Il rapporto tra il produttore degli iPhone ed il carrier statunitense è quello che decide le imposizioni agli sviluppatori di software. AT&T ha problemi di banda e quindi vuole opzioni di streaming a bassa qualità.
Se tutti i clienti di un iPhone in USA si mettessero contemporaneamente a vedere filmati in streaming dalla rete 3G ci sarebbe ben presto un collasso. E’ chiaro.

Ecco perché Apple adesso impone agli sviluppatori di software capaci di ricevere trasmissioni multimediali una opzione ad alta ed una a bassa qualità del segnale. A chi importa se nel resto del mondo ci sono altri carrier (come ce ne sono in Italia) ben felici che l’utente sfrutti più dati possibili, giusto perché loro li fanno pagare profumatamente, una volta superato il limite dell’abbonamento mensile e non li considerano compresi come fa AT&T?

Lo riferisce TechCrunch citando le richieste specifiche fatte da Apple a Justin.tv, che da pochi giorni ha rilasciato su App Store una delle poche applicazioni che possono collegarsi a filmati dal vivo su rete Wi-Fi e su rete cellulare.

Nel momento in cui la rete 3G non ce la fa a servire i dati richiesti il software passa da 200 a 64 Kbps e mostra all’utente un video di qualità decisamente inferiore, praticamente inguardabile.

Nel gennaio dello scorso anno affiorava nell’App Store la prima delle applicazioni di questo genere come Ustream a cui ha fatto seguito Ustream Live Broadcaster, più di recente è arrivata anche quella di Qik Live. Altri come elgato sono invece stati obbligati a creare una soluzione alternativa perché la loro trasmissione in streaming su rete 3G non è stata gradita da Apple.

Ricordiamo che gli iPhone sono da poco in vendita negli Apple Store presenti sul territorio statunitense anche a prezzo intero e senza abbonamento, ma ancora limitati all’uso della rete AT&T in USA.



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