In miniera! Sì, ma quale? Apple non ha certezze

29/06/2010 19:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Non esistono certificazioni per i materiali usati nei prodotti elettronici e provenienti dagli scavi. Guerre e schivitù la fanno da padrona nella gestione delle miniere, specialmente africane.
Su Wired è stato pubblicato uno scambio di messaggi di posta elettronica tra Steve Jobs ed il cliente Derick Rhodes.

26-09205b_blooddiamondL’utente del primo iPhone GSM/EDGE era intenzionato ad acquistare un iPhone 4, ma era preoccupato per la provenienza dei materiali minerari impiegati nei prodotti di Apple. Citando la Repubblica Democratica del Congo (non solo ricca di diamanti) Derick si chiedeva se oro, stagno, tantalio, tungsteno provenissero da quelle aree e se Apple si preoccupasse di ottenerli da paesi senza guerre.

Il CEO di Apple ha compreso il problema e dopo un’ora è andato oltre alla risposta a mono-sillabi, nonostante stesse rispondendo dal suo iPhone: “Sì, chiediamo ai nostri fornitori di certificare la provenienza da aree senza conflitti (qui un piccolo typo di Jobs), onestamente però non si possono avere certezze, fino all’invenzione di un sistema per tracciare chimicamente la miniera dello scavo si tratta di un problema di difficile soluzione”.

A chi volesse conoscere meglio la situazione delle miniere africane suggeriamo la visione del film del 2007 “Blood diamond“, con Leonardo DiCaprio, Djimon Hounsou e Jennifer Connelly. Il link si riferisce ad iTunes Store USA, dove il film è in vendita a 10 dollari oppure in affitto a 3 dollari.



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