Le libere domande della stampa ad Apple

19/11/2007 21:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Il massimo dirigente di Apple per la comunicazione e marketing non sa, non vuole o non può rispondere ad alcune domande ed il giornalista inglese ha dovuto chiudere l'intervista con Phil Schiller. Fine delle trasmissioni.
"Potete avere le nostre Ford Modello T nel colore che volete, basta che sia nero" diceva Henry Ford nel 1907. Cento anni dopo Apple vuole "vendere" le stesse dichiarazioni pre-confezionate a tutti.

O piace questo sistema o finisce qui.

Non lo diciamo noi, è un video disponibile online che dimostra questo comportamento anche al pubblico, che solitamente ignora tali impedimenti imposti dal marketing e pubbliche relazioni dell'azienda di Cupertino.

Ora anche voi sapete che la stampa è, in taluni casi (con Walt Mossberg non succede, curiosamente), libera di fare tutte le domande… concordate. Se si prova a chiedere conto di argomenti sui quali gli interrogati non hanno ricevuto dall'alto le disposizioni, ci si deve fermare subito.

Nel caso specifico, all'Apple Store di Londra, qualche giorno fa, Phil Schiller (il capo del marketing mondiale di Apple, si suppone che sia quindi la persona che più di tutti è deputata a dare risposte al pubblico) era presente per rispondere a domande sull'iPhone. Era il giorno di lancio in Gran Bretagna dello smartphone.

Lo sprovveduto giornalista sperava di sentire da Schiller la sua opinione sulla questione del monopolio di iTunes, ma l'intervista è finita a metà domanda. Pur non potendo dichiarare pubblicamente la sua "incompetenza territoriale", il capo del marketing di Apple ha chiamato con lo sguardo l'intervento delle guarnigioni e queste hanno provveduto.

Non è certo se questo modo di fare giovi alla reputazione di Apple. Certo noi evitiamo di commentare… per ovvie ragioni!

Vien da chiedersi se prima di rilasciare il recente spot pubblicitario "PR Lady" a Cupertino abbiano pensato a quanto stavano mettevano in ridicolo il lavoro di tante persone, comprese quelle che lavorano per difendere o magnificare Apple.



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