L’antitrust USA vuole vedere se Google è o no il nuovo diavolo

24/06/2011 19:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Google collabora ma non sa ancora su cosa deve farlo, il dominio del web è ad un passo e la concorrenza ha il mal di fegato.
Don’t be evil” (non essere cattivo) è lo slogan non ufficiale da quando, nel 2006, l’ingegnere di Google Paul Buchheit lo ha coniato per dimostrare il porsi positivamente dell’azienda di Mountain View.

Eppure in quasi 13 anni Google ha assunto le dimensioni e la potenza di un gigante di Internet e di tutta la corporation America. Tanto da attrarre l’interesse dell’ufficio antitrust statunitense.

Dalle indiscrezioni di ieri del Wall Street Journal, solo pochi minuti fa Google ha confermato di essere sotto indagine (subpoena) dall’FTC – Federal Trade Commission, che invece di darne comunicazione pubblica resta silente sull’argomento. Google non ha capito bene il perché, ma collaborerà con le autorità.

La sua potenza sul web ed in particolare con la pubblicità, in tutte le sue forme più o meno riconoscibili, è potenzialmente in grado di danneggiare i concorrenti oltre che buggerare con i fiocchi gli utenti.

Se dagli anni novanta il monopolista da temere era Microsoft, ora potrebbe essere Google, con una quota tra il 75 e l’80% della pubblicità online in molte nazioni americane ed europee.

Un eccellente pezzo di Search Engine Land elenca puntigliosamente di che livello è stata l’espansione del business di Google negli ultimi anni, aiutato o meno dalle autorità:
2007 – Google compera DoubleClick
2008 – il Dipartimento di Giustizia blocca l’accordo Google/Yahoo!
2009 – Google compera AdMob al posto di Apple
2010 – in Francia Google non può bloccare le pubblicità
2010 – l’avvocatura generale texana investiga Google
2010 – Skyhook fa causa a Google per Android
2010 – la UE investiga su Google per aver danneggiato i concorrenti
2010 – in Giappone approvato l’accordo Google/Yahoo! Japan
2011 – in Italia Google News investigato dietro richiesta editori
2011 – rigettato l’accordo su Google Books
2011 – (forse) il Senato USA investiga la classificazione dei risultati di Google
2011 – approvato con condizioni l’acquisto di ITA Software
2011 – il Dipartimento di Giustizia studia l’acquisizione di Admeld



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