I noti pirati del 2011 secondo l’USTR

01/03/2011 13:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001La lista dei siti online e dei siti fisici dove si trovano i prodotti contraffatti, oppure commercializzati senza il permesso del detentore dei diritti.
L’illegalità dei prodotti digitali e non, si combatte conoscendo innanzitutto i responsabili e l’USTR – United States Trade Representative ha stilato l’elenco dei pirati online: 91.com, Baidu, Btjunkie, Demonoid, IsoHunt, Kickasstorrents, openbittorrent, Publicbt, Rutracker, Taobao, ThePirateBay, torrentz.com, TV Ants, vKontakte, zamunda più innumerevoli “eredi” di AllofMP3 (chiuso nel 2007).

Si elencano poi mercati fisici dove trovare prodotti contraffatti o rubati: Bahia Market di Guayaquil (Ecuador), China Small Commodities Market di Yiwu (Cina), Ciudad del Este (Paraguay), Harco Glodok di Jakarta (Indonesia), La Salada di Buenos Aires (Argentina), Ladies Market di Mongkok (Hong Kong), Luowu Market di Shenzhen (Cina), Nehru Place di New Delhi (India), Hailong PC Mall di Pechino (Cina), Yangpu Yigao Digital Square di Shangai (Cina), Petrivka Market di Kiev (Ucraina), Quiapo di Manila (Filippine), Panthip Plaza (Tailandia), Klong Thom (Tailandia), Saphan Lek (Tailandia), Baan Mor (Tailandia), San Andresitos (Colombia), Savelovskiy Market di Mosca (Russia), Silk Market di Pechino (Cina), Tepito di Città del Messico (Messico) ed Urdu Bazaars di Karachi (Pakistan).

Si tratta di siti “noti”, secondo l’ente statunitense che tenta di rappresentare le aziende che soffrono dalla pirateria. Sul web cinese, censurato nelle idee ma poco per tutelare i commerci regolari, la fanno da padrona i più usati motori di ricerca e rivenditori online, non manca il file sharing di Pirate Bay più volte colpito dalla giustizia non solo svedese.



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