Apple nell’alleanza lobbistica per pagare meno tasse

18/02/2011 10:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Si studia una legge per permettere di far rientrare i fatturati esteri, con tanto di sconti dell’ufficio delle tasse USA per le aziende statunitensi che porteranno i soldi a casa.
L’1,6 milioni di dollari pagati da Apple nel 2010 (non così tanti, guardando la concorrenza), per supportare le proprie istanze nelle stanze del potere di Washington, stanno per realizzare qualcosa di concreto.

Fortune ci fa sapere che un’alleanza inedita tra Apple, Cisco, Duke Energy, Oracle e Pfizer ha coordinato una lobby per concedere il rientro in USA di circa 1.000 miliardi di dollari, attualmente nei fatturati delle succursali internazionali.

Il beneficio per queste società sarebbe un forte sconto sulle tasse da pagare, l’amnistia abbatterebbe il tasso dal 35 a solamente il 5%. Era già successo nel 2004 con un rimpatrio di 362 miliardi di dollari, che avrebbero dovuto ridare fiato all’economia USA. Un reiterato tentativo era già stato fatto nel 2009 ma la legge non ha avuto fortuna.

Non è detto che tutti i soldi risparmiati dalle corporation vadano a finire in nuovi posti di lavoro, come spererebbe Barack Obama, alcune potrebbero dirottare i nuovi guadagni agli azionisti (con il provvedimento del 2004, tra il 60 ed il 92% di tutti quei soldi, andarono a far felici gli investitori). Il presidente avrà parlato anche di questo, poche ore fa, con i massimi dirigenti delle principali società della Silicon Valley (Apple inclusa, grazie alla presenza confermata di Steve Jobs a Woodside)?

Lo sapevate che Apple è nota come Braeburn Capital all’ufficio delle tasse USA? Grazie ad una sede a Reno, l’altra capitale del gioco d’azzardo in Nevada dopo Las Vegas, la società californiana paga meno imposte all’IRS – Internal Revenue Service.



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