Nuovi profeti: “tra 10 anni iPod solo nei musei”

17/09/2007 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Lui si chiama Brion Feinberg e dispone di sfere di cristallo che gli dicono la scadenza del player multimediale più popolare e gradito. 6 anni di successi incredibili finora, tuttavia vita "breve" per gli iPod.

Lui si chiama Brion Feinberg e dispone di sfere di cristallo che gli dicono la scadenza del player multimediale più popolare e gradito. 6 anni di successi incredibili finora, tuttavia vita "breve" per gli iPod.
 
Settimana scorsa il dottor Brion Feinberg si è messo a commentare per TDG – The Diffusion Group Research la recente partnership tra RealNetworks, MTV e Verizon Wireless, che dovrebbe scalfire il dominio dell'iPod/iTunes di Apple.

02655b_brionFeinberg crede che la presenza di un carrier di telefonia cellulare nel nascente progetto sia la chiave di volta.
 
Tuttavia il giudizio più netto e perfettamente delineato Feinberg lo fornisce sull'iPod: "la mia opinione è che tra pochi anni, dopo aver toccato il picco, i lettori portatili come l'iPod cominceranno a vedere un declino nelle vendite per poi sparire, entro 10 anni questi oggetti saranno relegati agli espositori dei musei, accanto agli LP in vinile e ai lettori di cassette Stereo 8".
 
La causa del pronosticato declino degli iPod sarebbero i moderni smartphone… e Apple ne sarebbe cosciente. Non per nulla a Cupertino avrebbero pensato di andare ai ripari con l'iPhone.
 
Il prezzo degli smartphone con le funzionalità multimediali scenderà e diventerà favorevolmente economico, rispetto al soli lettori portatili, sempre secondo Feinberg. Il quale scrive che fuori dagli Stati Uniti i telefoni cellulari con lettori multimediali starebbero "già dominando".
 
La prova? Ecco il dato citato dal consulente: nel 2006 Nokia ha venduto 70 milioni di "telefoni musicali" quando Apple ha venduto 46 milioni di iPod. Che razza di paragone sia, lo sa solo il dottor Brion Feinberg, nonostante la sua lunga esperienza di 27 anni nel settore oltre che studi a Stanford e Princeton.


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