La privacy di Steve Jobs? Ecco le prime ipotesi sulla malattia

17/01/2011 19:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001E’ la notizia che campeggia come la più importante su tutti i principali siti di informazione mondiali, come si fa a non parlarne quando la linfa creativa e geniale di Apple si assenta dall’azienda?
Non ci potrà essere molta privacy per il CEO dell’azienda più importante della Silicon Valley, la seconda società quotata alla borsa statunitense, il principale player della rivoluzione mobile: Steve Jobs.

03-10417b_timcookIl co-fondatore di Apple ha nuovamente bisogno di cure mediche e, contrariamente all’altra volta, non sappiamo nemmeno quando tornerà a Cupertino in salute. Nel comunicato si cita in modo vago la speranza di ritornare dopo il 2011, perché tanto per quest’anno i piani sono già in ballo ed a danzare sarà il COO Tim Cook (illustrato accanto).

Steve Jobs chiede il rispetto della privacy ma immediatamente il New York Times ipotizza la malattia che, a seguito del tumore al pancreas affiorato nel 2004 ed al trapianto di fegato del 2009, affligge il 55enne californiano: “ha un problema al sistema immunologico comune per i trapiantati che fa balzare la sua salute da momenti positivi a momenti negativi […] nelle ultime settimane un Jobs sempre più emaciato ha rallentato la sua attività andando al lavoro solo un paio di giorni alla settimana e mangiando nel suo ufficio, invece che nella mensa aziendale”.

La notizia è arrivata a ciel sereno solo 4 ore fa, ha subito gettato nello sconforto non solo chi spera di continuar a vedere Apple sfornare prodotti eccezionali, ma anche (più cinicamente) gli azionisti del titolo. Fortunatamente oggi Wall Street è chiusa, ma la Deutsche Börse ha dato il segno della “tragedia” finanziaria con un prezzo crollato fino a quasi il 10% ed ora assestatosi attono al 6% negativo. Molto meno peggio di quello che sarebbe stato lecito attendersi.

L’ultima apparizione in pubblico di Steve Jobs risale al 20 ottobre, ma ironicamente, 2 settimane prima il CEO di Apple aveva partecipato con l’uscente governatore Arnold Schwarzenegger alla firma di una legge che getta le basi per un registro dei donatori d’organi in California.

Già martedì scorso all’evento di presentazione dell’iPhone 4 di Verizon Wireless non c’era Steve Jobs (non che fosse atteso) ma il “supplente” Tim Cook, personaggio fiducia e di alto profilo assolutamente in grado di portare a compimento gli ordini del CEO.

A questo punto urge però un chiaro piano di successione al vertice di Apple, non a caso alla prossima assemblea degli azionisti sarà in votazione la mozione per studiare un piano, rendendolo noto senza dover provvedere quando sarà troppo tardi. Auguriamo il meglio a Steve Jobs ed alla sua infinita vena creativa, ma per gli investitori ci devono essere certezze su chi reggerà il timone dell’azienda di Cupertino se e quando l’attuale CEO dovesse ritenere che la priorità è curarsi e non dover lavorare ogni giorno.

Non vediamo l’ora di dare la notizia del suo ritorno in forze, eravamo stati i primi nel maggio del 2009 con un’anteprima assoluta, Apple ne dava comunicazione ufficiale solo nel giugno 2009.

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