Google Italia critica il DDL sulle intercettazioni

12/06/2009 10:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001"La strada che porta all'affermazione della specificità della Rete e dei diritti dei navigatori è ancora molto lunga" è la triste osservazione di chi si preoccupa dei contenuti mostrati con una ricerca online, ma dei quali non sarà responsabile.

"La strada che porta all'affermazione della specificità della Rete e
dei diritti dei navigatori è ancora molto lunga" è la triste
osservazione di chi si preoccupa dei contenuti mostrati con una ricerca
online, ma dei quali non sarà responsabile.
 
Come è noto ieri pomeriggio sono state approvate dalla Camera, con il voto di fiducia, le norma sulle Intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Ora il provvedimento passa al Senato.

06572b_daslebenderanderenChi non ne sa nulla si riveda i primi 9 minuti del TG4 di ieri con un Emilio Fede che non stava più nella pelle per l'entusiasmo.
 
Meno felici, anzi preoccupati, si dichiarano i responsabili dell'ufficio legale di Google Italia.
 
Con il titolo "cosa c'entrano i blog con le intercettazioni" Marco Pancini spiega che la definizione generica di "siti informatici" per l'obbligo di rettifica delle informazioni ritenute non veritiere o lesive della reputazione dei soggetti coinvolti è grave.
 
Insomma quello che era stato buttato fuori dalla porta dell'articolo 60 del DDL 2180 (sicurezza) è rientrato dalla finestra?
 
Si insiste a voler ritenere pari le testate giornalistiche (dai colossi come il Corriere della Sera o Repubblica a piccole ma serie iniziative come il nostro setteB.IT) ai blog amatoriali dove Pinco scrive il suo diario giornaliero o Pallino pubblica le sue recensioni dei film appena usciti al cinema, una sproporzione evidente. Naturalmente la preoccupazione principale di Google è che i risultati delle ricerche possano riportare contenuti pensati e scritti dagli utenti.
 
Ai politici sfugge ancora una volta quanto sia variegato il panorama del web e manda tutto all'ammasso.


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