Prototipo iPhone: Apple non perdona, spioni e pretese

17/05/2010 07:03 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Diventa un legal thriller la storia dell’iPhone segreto comperato/ricettato da Gizmodo. Il rapporto dell’investigatore che ha sequestrato tutto al giornalista Jason Chen mette nero su bianco tutta la storia.
Nemmeno la fantasia di Georges Simenon, Agatha Christie ed Alfred Hitchcock, oppure i nostrani Andrea Camilleri, Fruttero & Lucentini e Carlo Lucarelli, avrebbero potuto mettere insieme una storia avvincente e piena di colpi di scena come quella che sta dietro alla pubblicazione delle immagini del prototipo del prossimo iPhone.

Possiamo dare retta alla versione di Gizmodo (che ha comperato l’iPhone da chi lo aveva raccolto nel bar dove era stato abbandonato), ma forse ci conviene leggere la deposizione giurata del detective Matthew Broad, della polizia della contea di San Mateo, che da venerdì notte è pubblica (grazie alla richiesta di una coalizione di media, compresa la CNPA – California Newspaper Publishers Association, accolta solo in quella data per un embargo a termine di legge di 10 giorni) e che riassume tutta la vicenda. Cliccando le pagine raffigurate in miniatura, a fondo pagina, potete avere tutto l’incartamento ufficiale.

I fatti dell’investigazione, compresi quelli finora non raccontati dalle parti coinvolte, sono i seguenti.

> Il 25 marzo l’impiegato di Apple Gray Powell festeggiava il suo compleanno alla Gourmet Haus Staudt di Redwood City e lasciava sul tavolo della birreria un prototipo dell’iPhone camuffato da iPhone 3GS. Forse estratto dalla sua borsa.

> Il 21enne Brian Hogan, presente nello stesso locale, si appropriava dell’oggetto dopo aver atteso che qualcuno tornasse a recuperarlo.

> Hogan provava a vendere il prototipo ad Engadget, PC World e Gizmodo, ma solo quest’ultimo accettava di pagare 5.000 dollari. Alla sua co-inquilina Katherine Martinson lo studente mostrava il contante della transazione (che potrebbe ammontare a 8.500 dollari, rispetto ai 10.000 richiesti) e diceva che non gli importava molto del destino di Gray Powell, che aveva perso il telefono.

> Il 19 aprile le prime fotografie ed i video di Gizmodo apparivano online.

> Steve Jobs scriveva personalmente al direttore di Gizmodo Brian Lam chiedendo di restituire l’oggetto di Apple, questo concordava purché il responsabile legale di Apple Bruce Sewell lo chiedesse ufficialmente con una lettera da poter pubblicare “perché tanto Gizmodo non aveva nulla da perdere”. Nel messaggio di Lam a Jobs si legge anche che il lavoro di Gizmodo non è stato facilitato dalle pubbliche relazioni di Apple e che quindi hanno dovuto trovare altri modi per pubblicare informazioni interessanti (forse Gizmodo, sempre presente in prima fila agli eventi di Apple, non ha la più pallida idea di quello che vuol dire essere rimbalzati nel tentativo di fare il proprio lavoro di giornalista, ndr).

> Il 20 aprile Apple denunciava tutto alla polizia, il responsabile della sicurezza Rick Orloff, il responsabile legale Bruce Sewell e l’avvocato George Riley dello studio legale O’Meleveny and Myers si recavano negli uffici dello sceriffo per denunciare il furto di un prototipo segreto.

> Riley dichiarava che “la pubblicazione del prototipo e delle sue funzioni sono immensamente dannose per Apple” aggiungendo che le perdite di guadagno per l’azienda potevano essere di grandi dimensioni.

> La co-inquilina Katherine Martinson, per non essere accusata di complicità (condividendo lo stesso IP dell’accesso ad Internet del suo co-inquilino), chiamava Rick Orloff il giorno prima per raccontare che Brian Hogan aveva un prototipo di iPhone e che lo aveva venduto a Gizmodo.

> Il redattore di Gizmodo forniva il suo indirizzo di Fremont a Bruce Sewell, per andare a ritirare il prototipo (ormai rotto/danneggiato in almeno 4 punti).

> Assieme ad un altro co-inquilino, Thomas Warner, Hogan aveva tentato di far sparire alcune prove e probabilmente avevano collaborato nella proposizione ai media del prodotto segreto. Il 22 aprile la polizia trovava l’etichetta con il codice seriale del prototipo in una stazione di servizio Chevron di Redwood City ed un paio di schede di memoria tra i cespugli, solo dopo l’arresto del reo confesso Warner.

> Poiché Rick Orloff assicurava che il collegamento dell’iPhone ad un computer poteva lasciare traccia di questo accesso al dispositivo, il 23 aprile veniva chiesto dal giudice Clifford Cretan di sequestrare tutto nella casa/ufficio di Jason Chen, pur sapendo che si trattava di un giornalista (e che dovrebbe essere protetto dal primo emendamento USA).

Non si fa alcuna menzione nel rapporto della supposta visita degli uomini di Apple ai testimoni coinvolti.

Di prototipi del prossimo iPhone ce ne sono in giro ormai molti, ne sono stati avvistati in Cina, Francia e Vietnam.

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