Lo scrittore di poche parole Steve Jobs risponde a tutti

23/03/2010 19:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Usa l’email come se fosse Twitter ma è lui che chiarisce i dubbi che Apple non svela. Siamo però sicuri che non sia un ufficio apposito che ormai ha preso in mano la gestione di questi messaggi?
Da svariati anni qualche utente dei prodotti Apple ha avuto la soddisfazione di una risposta diretta dal CEO di Apple, semplicemente inviandogli un messaggio di posta elettronica (ad un indirizzo facilmente intuibile, ma che noi continuiamo a non dare per raro rispetto alla privacy).

12-08470c_amanuenseRecentemente si sono infittite le risposte di Steve Jobs, seppur di poche parole. Certo non si può pretendere molto di più da uno che non ha piacere di stringere la mano a sconosciuti (anche senza la lebbra) e che solo davanti a bambini malati s’intenerisce al punto di concedere un autografo.

Si va da un succinto “no” ad un prolisso “this is what happens when your MacBook Pro sustains water damage.They are pro machines and they don’t like water. It sounds like you’re just looking for someone to get mad at other than yourself“, passando per “change your app name. Not that big of a deal“, “sorry, [it] wasn’t me. And, yes, we are getting 10 hours in 1.5 pounds“, “not to worry“, “no, but iPhoto on the Mac has much better Faces and Places features” ed agli ultimi “yes“, “yes” o l’equivalente gergale “yep“. Le riassume quasi tutte il sito del quotidiano britannico Daily Telegraph.

Forse l’ultimo della serie è stato il messaggio inviato poche ore fa dal moderno amanuense di Cupertino ai colleghi di TheAppleLounge, con appunto quel “sì” comprensibile soprattutto a chi è madrelingua inglese, disinteresse se l’interlocutore dal nome evidentemente italiano capirà lo slang. Con tanto di intestazione che prova l’autenticità del messaggio, eccolo a fondo articolo.

Poco importa in questi casi capire se sono arrivate informazioni fondamentali da Apple attraverso la casella di posta elettronica di Jobs, quasi sempre non lo sono state.

Il CEO di Apple alterna l’uso dell’iPhone a quello dell’iPad (che ancora nessuno, ufficialmente, ha) ma, con grande senso del marketing, ultimamente ha puntato tutto sul nuovo prodotto. Sapere se è veramente lui che si occupa di smistare tanta corrispondenza è una richiesta che finirà a vuoto, la sensazione è che a Cupertino un gruppo di persone sia stato rinchiuso in una stanza, per far credere con queste risposte che al CEO di Apple importi veramente di ogni singolo commento dei suoi clienti.

In tempi passatii più che una risposta via email era arrivato qualcosa di tangibile a chi aveva scritto a Steve Jobs. In un caso Apple aveva inviato un centinaio di iPod ad una scuola bruciata ed in un altro un Final Cut Studio a chi non se lo poteva permettere. Con i complimenti dell’azienda di Cupertino.

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