IBM compie 100 anni, era il “grande fratello” del 1984

16/06/2011 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Oggi con i consumatori non vuole avere più nulla a che fare, ma vende sistemi e soluzioni a grandi aziende ed intere nazioni.
I 35 anni di Apple impallidiscono davanti ad un compleanno tanto roboante come quello di IBM, che oggi ha 100 anni di vita.

24-11266b_ibmlogo1924anagrammaNessun’altra compagnia statunitense è tanto antica, per lo meno tra quelle che hanno lasciato un segno nell’informatica.

Per celebrare la ricorrenza è stato pubblicato su YouTube un video da 13 minuti, nel quale sono ripercorsi tutti i 100 anni della storia di IBM – International Business Machines (che assume questo nome solo nel 1924, prima si chiamava CTR – Computing Tabulating Recording Corp).

L’azienda che ormai non produce più personal computer, avendoli ceduti ai cinesi di Lenovo nel 2005, si vanta di averli inventati nel 1981 con il modello 5150 da 1.565 dollari, mentre invece universalmente è il Macintosh di 27 anni fa che meglio ha incarnato il significato, dopo gli anni pionieristici dell’Apple I ed Apple ][. Tanto che negli anni novanta IBM stava per fallire, proprio per gli errori di visione sul PC.

Dalle macchine da scrivere elettriche alle schede perforate, passando per i sistemi semaforici, i codici a barre, le prenotazioni aeree ed il lancio dei primi razzi NASA nello spazio. Il passato di IBM è la storia di buona parte dell’informatica.

Solo pochi giorni fa al motore analitico “super-intelligente” da 2.880 processori Power 750 Watson di IBM è stato assegnato il titolo di Person of the Year dei Webby Award.

Oggi IBM ha una corazzata di 427.000 dipendenti e fattura 100 miliardi di dollari, non vendendo più direttamente ai consumatori ma alle aziende ed ai governi. Il nono CEO della compagnia, Sam Palmisano (60 anni), potrebbe lasciare entro 12 o 18 mesi.

Oggi la società IBM è la seconda più ammirata per Fortune, la terza nella BrandZ Top 100, la quarta nella Barron’s Most respected companies, la quarta nella Brand Finance Global 500, la 18esima nella Fortune 500, la 29esima più innovativa per Fast Company e la 27esima nella Global RepTrack 100.

Nel 1984 Apple faceva intendere che IBM era da temere, perché trasformata nel “grande fratello” che impartiva ordini a chiunque.

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