Google annega il peer to peer, via dalle ricerche istantanee

27/01/2011 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Anche se la tecnologia P2P non è illegale arriva la scure di Google contro tutti i vari tipi di ricerche di eventuali file piratati, danneggiando anche le ricerche oneste.
Gli attenti osservatori di TorrentFreak fanno notare che la censura di Google sui termini come BitTorrent, torrent, utorrent, RapidShare e Megaupload è cominciata, a partire dalle ricerche istantanee.

L’auto-completamento dei termini della ricerca, come vedete qui sotto, sbatte le porte in faccia a chi cerca termini completamente legali come il generico protocollo di distribuzione di software che non sia il download diretto. Il sistema che evita l’intasamento dei server è usato da molte società per aiutare l’utente di Internet ad effettuare download di grosse dimensioni. Per esempio il recente open source LibreOffice offre l’alternativa per bit che sono totalmente legali.

Certo, è inutile mettersi la mano sugli occhi, molti server peer to peer servono a scambiarsi musica, film, software e quant’altro dovrebbe essere regolarmente acquistato, ma che qui invece si trova gratuitamente in barba ai detentori dei diritti. Ma può andarci di mezzo anche tutto il lato “sano” del P2P? Google massifica ed, al grido di “tutti per uno”, crede di sì.

Ovviamente questa novità non cambierà assolutamente le abitudini di chi cerca questi contenuti digitali da scaricare gratuitamente, i pirati continueranno ad alzare il loro vessillo nero anche se il mare è diventato leggermente più tempestoso. Loro conoscono metodi molto più sicuri per cercare e trovare quello di cui necessitano. Ma intanto Google si lava la coscienza.

Non si tratta solo di Google, anche Bing/Yahoo! propongono le stesse limitazioni sulle ricerche istantanee.

Google aveva minacciato in dicembre di prossimi cambiamenti, imposti dalle varie associazioni che riuniscono gli studios di Hollywood o le major della musica. Curiosamente Pirate Bay è una combinazione di termini che compare ancora nelle ricerche istantanee, fuori dalla black list anche 4shared, HotFile, MediaFire ed altri.

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