Stop alle singole app delle radio su App Store. Ipse dixit

24/11/2010 19:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001L’ultima delle bizzarrie di Apple è di non accettare più i software delle stazioni radio, ritenute evidentemente spam. Vanno bene solo le applicazioni che riuniscono centinaia di radio.
I colleghi di iFun ci informano dell’ultima novità dell’App Store: Apple non accetterebbe più singole applicazioni per singole radio.

Il solito modo autoritario senza appello di decidere cosa può arrivare sullo store online di applicazioni è duro a morire, anche dopo le nuove regole che Apple aveva deciso con apparente senso chiarificatore. Un bluff. In realtà il manico del coltello della censura miope è sempre rimasto a Cupertino e sempre ci resterà.

Insomma le singole radio che non hanno altre 99 stazioni da segnalare non potranno più creare nuovi software per farsi ascoltare in streaming dagli ascoltatori. Per esempio RAI arriva ad un manipolo di stazioni, Deejay vanta la sorella Capital, Radio Monte Carlo è nel gruppo di altre 5 o 6 emittenti ma RTL 102.5 è sola. In Italia praticamente nessuna delle più ascoltate radio potrebbe rinnovare i software già esistenti con nuove versioni.

Forse Apple pensa che la situazione statunitense, dove migliaia di stazioni tutte uguali e noiose appartengono a grandi gruppi editoriali, sia replicabile altrove? Probabilmente non si curano nemmeno di accertarlo, perché tanto Steve Jobs ha preso la sua decisione.

Sì, è proprio così che ha risposto a Radio Magazine Online il CEO di Apple: “rappresentano spam […] Apple non ne approverà più se ognuna non conterrà centinaia di stazioni […] ci spiace ma abbiamo deciso così”.

C’è spazio per discutere? Fantascienza!

Se c’è un singolo sviluppatore in odore di doppioni che sia investigato, ma se ogni stazione radio crea il proprio software per farsi ascoltare online proprio non si capisce che male faccia.

La categoria è molto popolare su App Store, se ne trovano molte, forse troppe. Ma si tratta di ricchezza di scelta nella maggior parte dei casi. Nel nostro annuncio dell’App Store, risalente al 10 luglio 2008, tra le 500 applicazioni disponibili allora c’erano già alcune delle radio italiane più ascoltate.

Intanto si nota che esistono oltre 900 applicazioni che semplicemente fanno luce dallo schermo, cosidette “flashlight”, non è questo forse un caso di cui Apple dovrebbe occuparsi?

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