Smontata la storia inventata dei messaggi tra Tom e Steve Jobs

02/07/2010 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Se Apple però facesse lavorare le pubbliche relazioni per quello che servono, ovvero dare risposte alla stampa che rispecchia l’interesse generale, tutto questo non sarebbe mai successo. I no comment non fanno mai bene.
Da mesi Steve Jobs risponde quasi ogni giorno agli utenti e clienti, spesso queste comunicazioni arrivano sul web, o perché molti hanno ormai un blog o perché pensano che condividere con tutti il pensiero del CEO di Apple sia utile.

Jobs è diventato anche un’importante risorsa di informazioni, visto che nella gran parte dei casi Apple innalza muri di gomma con la clientela o con la stampa su temi che non ama chiarire.

In tempi di canali Twitter e blog aziendali che ogni giorno sfornano dialoghi con il mondo esterno delle aziende, a Cupertino si rifiutano di scendere a questo compromesso.

Quindi le email di Jobs sono sempre più prese in considerazione per l’unica voce ufficiale di Apple, la verifica che la stampa può limitasi a fare è la richiesta degli header (tutti i dati di un messaggio di posta elettronica, che indicano il percorso dal mittente al destinatario) e l’eventuale pubblicazione per legittimare il tutto.

Ieri pomeriggio BGR pubblicava una serie di comunicazioni tra Steve Jobs ed un cliente di Apple insoddisfatto dell’iPhone 4, camuffato per l’occasione con il nome Tom. Il sito, passato poco più di 2 mesi fa al gruppo MMC, scriveva (ve lo riportiamo a fondo pagina) che di quegli scambi di messaggi erano stati controllati gli header e che sembravano al 100% veritieri.

Jobs pareva concludere con: “riposati, rilassati e goditi la famiglia, è solo un telefono, non ne vale la pena”. Era francamente la parte più sbalorditiva ed incredibile.

Dopo qualche ora il castello di carte crollava miseramente.

Prima AppleInsider rivelava che un tale di nome Jason Burford, della Burford Advertising, si era fatto vivo nei giorni precedenti per tentare di vendere questo scambio di messaggi.

Poi, in tarda serata, Philip Elmer-DeWitt di Fortune dava il colpo mortale alla faccenda citando un portavoce di primo piano di Apple che, enfaticamente, negava quanto attribuito a Steve Jobs, inoltre lo stesso portavoce indicava (a sorpresa) le motivazioni di AppleInsider. Addirittura questo anonimo rappresentante delle PR si spinge a citare un sito di rumors (tra i più querelati) per sostenere la propria tesi!

Spiace che BGR sia caduto nel tranello, spiace che BGR abbia magari dovuto pagare, spiace a tutti noi aver avuto fiducia in questo sito che ci assicurava di aver fatto un controllo sulla veridicità. Attendiamo una replica oppure una spiegazione da loro.

Tuttavia le irate critiche di Tom all’iPhone 4 non sono poi tanto lontane dalla realtà degli utenti che si sono trovati male tenendo in mano il nuovo smartphone, ma avremmo preferito leggere uno scambio di email veritiero.

E se a Cupertino arrivasse la folgorazione che è ora di aprirsi al pubblico dando risposte non filtrate dal marketing, di avere un rapporto sincero con la clientela e di ammettere eventuali errori? Non sarebbe mai troppo tardi e ci eviterà di buttare via il bambino assieme all’acqua sporca.

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