Rispetto per chi fa le file da ore fuori dai negozi

28/03/2011 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Possiamo essere ironici sull’aura che circonda i prodotti tanto mitizzati da Apple, chi non ha mai fatto bizzarrie nella propria vita scagli pure il primo iPad.
Anche venerdì pomeriggio c’è stata una nuova occasione per mettersi in fila fuori dai negozi, in attesa dell’agognato nuovo prodotto tecnologico di Apple, in questo caso l’iPad 2.

13-10844b_ipadmiracolatocamilloQueste ore d’attesa sono praticamente obbligatorie per chi vuole subito l’oggetto del desiderio, senza dover attendere i tempi (a volte biblici) degli ordini online. Si può discutere sul fatto che un tablet, uno smartphone oppure un laptop siano tanto importanti nella nostra vita, ma si può fare lo sforzo di comprendere la relatività. Non serve essere per forza Einstein.

Si fa del male a qualcuno se a fine della settimana lavorativa si sceglie di passare alcune ore assieme a sconosciuti che hanno le stesse passioni, condividere le proprie esperienze, sorridere o giocare, aiutarsi vicendevolmente, scambiarsi indirizzi email e poi fare un po’ di festa, prima di lasciare qualche centinaio di euro alla cassa dell’Apple Store? Si calpesta la libertà altrui?

Accamparsi per questi eventi non deve essere molto diverso da chi fa la fila per comperare un biglietto di un concerto imperdibile, di una finale della Champions League o attendendo l’apertura di un negozio che avvia gli sconti stagionali. Eventi sociali che caratterizzano la nostra società, piena di problemi certamente più gravi.

Si può ovviamente sorridere su come si mitizzano certi prodotti. Infatti un magnifico video del nuovo virgulto della cinematografia Camillo Miller dimostra come l’ultimo oggetto di Apple, sceso in terra per volontà semi-divina, sia la soddisfazione per tutte queste persone che si sono messe in fila.

Non si può però dire impunemente che c’è stato un impazzimento generale solo perché chi lo ha scritto appartiene a quella categoria che riceve gratuitamente ed in anticipo qualunque cosa da recensire, oppure hanno il pacchetto riservato con stampato il loro nome sul sacchetto da ritirare presso il negozio più vicino, saltando altezzosamente le file. Tanti favoritismi portano a volte solo a sciocchezze paurose scritte su testate intoccabili.

Nell’ultima puntata di sabato della trasmissione hi-tech di Enrico Pagliarini “2024”, su Radio 24, si è potuto ascoltare questo tipo di dialogo ben poco in linea con un programma radiofonico che ha dimostrato di capirci di tecnologia: in collegamento con un negozio d’elettronica l’inviata raccontava “vediamo passare davanti a noi molti che entrano per dirigersi direttamente al reparto computer e chiedere dell’iPad 2″ e dallo studio si chiedeva “e c’è, esiste?” quindi la risposta “esiste, ma ancora non è arrivato”. Attenzione, la qual cosa succedeva a 24 ore dall’avvio delle vendite e con il prodotto non disponibile ovunque. Il conduttore si lanciava in una spericolata critica: “ah, non è arrivato, quindi effettivamente potremmo anche dire che quello che ha aspettato 32 ore davanti al negozio, un pochettino, Gianfranco, ha fatto quasi pena” ed il suo interlocutore chiosava con “sì, magari ne aspettava 72 a casa sua e l’avrebbe avuto comunque”.

C’è una bella differenza tra 72 ore e 2/3/4 settimane d’attesa “penosa”, a seconda di quanto il cliente è stato fortunato nel piazzare l’ordine online.

Se non li capisci non basta per riempirsi la bocca di critiche.



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