“La paranoia di Apple è cosa buona e giusta”

07/07/2009 10:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Lo dice uno dei più noti sociologi italiani interpellato sulle tecniche di segretezza volute da Apple a spese psicologiche di chi ci lavora.

Lo dice uno dei più noti sociologi italiani interpellato sulle tecniche di segretezza volute da Apple a spese psicologiche di chi ci lavora.
 
Nello scorso weekend la trasmissione radiofonica "La finestra sul cortile" di Radio 24 ha approfondito il tema smosso un paio di settimane prima dal New York Times: la segretezza aziendale.

06749b_domenicodemasiTuttavia solo di Apple si è parlato (qui la registrazione del podcast) ed è stato invitato a dire la sua il noto sociologo Domenico De Masi.
 
Apparentemente un fan dei prodotti di Cupertino, il professore dice che la paranoia di Apple in fatto sicurezza e segretezza dei nuovi progetti (un tema che per chi legge quotidianamente setteB.IT non suonerà molto nuovo) è difficile da non giustificare.
 
"Apple è l'azienda forse più innovativa […] ha regalato al mondo tantissima gioia" dice il sociologo a proposito dell'iPod che ha permesso a lui di mettere nel taschino tutta la musica che ama, quando prima tutto ciò era impensabile.
 
Ma fino a che punto è accettabile il controllo degli impiegati e la scarsa fiducia che s'insinua negli uffici di Cupertino, quella che ha come politica comune quella di diffondere notizie false per poi licenziare senza pietà chi le ha fatte uscire dal confine del campus?
 
Sorprendentemente il professore ammette anche tutto questo perché "lo sviluppo di certi prodotti comporta un investimento oneroso" e sembra suggerire a Steve Jobs una evoluzione del controllo del personale: "c'è di peggio, c'è la tortura".
 
In attesa di veder consegnata qualche garrotta, maschera d'infamia o sedia inquisitoria in alluminio satinato da un camion FedEx ad Apple, avanti con il terrore di massa.
 
"Sembrerà strano visto che apprezzo le aziende ariose ed aperte al dialogo, ma è proprio difficile non giustificare quello che fanno" è il giudizio di Domenico De Masi sulle condizioni di lavoro degli impiegati di Apple.


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