L’arbitro Apple difende App Store

23/11/2009 12:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Phil Schiller spiega quando bene faccia l'azienda di Cupertino a far impazzire alcuni sviluppatori, che non capiscono i tanti bastoni messi tra le ruote del sistema di approvazione.
L'"amore" tra Apple e BusinessWeek prosegue, un'altra intervista è apparsa sulle pagine di questo magazine finanziario appena acquisito da Bloomberg. Peccato che costoro continuino a scrivere iPod Touch con la "T" maiuscola, dove Apple non la vuole.

Il responsabile del marketing di Apple difende il sistema di approvazione, più volte criticato, del software per App Store.

"Il nostro negozio va bene per la gran parte delle persone, funziona e la gente ci può credere" è la difesa a spada tratta di Apple dell'App Store, ma non è il negozio che preoccupa, bensì il versante dedicato agli sviluppatori. BusinessWeek si guarda bene da disturbare l'interessato su questo argomento, sennò non arriveranno più "interviste" esclusive.

Con oltre 100.000 software disponibili e 10.000 che arrivano ogni settimana, la massa di lavoro che Apple ha scelto di mettersi sulle spalle è grande. Schiller legge nel complicato processo di approvazione una tutela alla qualità, per assicurare all'utente di iPhone/iPod touch sempre il meglio.

Per Apple il 10% delle applicazioni è ritenuto "inappropriato", per le più varie ragioni. L'1% viene invece classificato come "zona grigia" ed a Cupertino devono investigare prima di dare l'okay.

In molti casi Apple dice di dover difendere i propri marchi registrati, prossimamente saranno meglio delineate le regole d'uso. Probabilmente saranno chiusi tutti gli spiragli lasciati aperti.

Apple è orgogliosa del sistema di censura per i minori, ma forse non sa che alcune nazioni sono completamente ignorate.

La posizione di arbitro se l'è scelta da sola Apple, ora deve accettare anche i fischi (o peggio) se sbaglia, secondo l'opinione del pubblico.



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