La GPL3 è una realtà. Problemi per iPhone?

03/07/2007 22:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Sei ore prima dell'avvio delle vendite del telefono di Apple la FSF rilasciava la nuova ed attesa licenza open source.

Sei ore prima dell'avvio delle vendite del telefono di Apple la FSF rilasciava la nuova ed attesa licenza open source.
 
Lo stesso giorno in cui nasceva l'iPhone esordiva ufficialmente anche la versione 3 della licenza General Public License per il software open source, lo scorso venerdì 29 giugno.

02261b_gpl3Il direttore esecutivo della FSF – Free Software Foundation, Peter Brown, avvisa (o denuncia, a seconda delle interpretazioni) che Apple dovrebbe leggere bene la GPL3, proprio in occasione del rilascio del suo primo telefono, dato che contiene Mac OS X e Safari, due software che integrano codici coperti da GPL e che purtroppo sono sotto il controllo totale solo di Apple.
 
Una delle caratteristiche principali di questa revisione della licenza (la GPL1 usciva nel 1989, la GPL2 nel 1991) è di impedire di inglobare software libero in software proprietario, acquisendone i pregi e commercializzandone i benefici, non permettendo a terzi di contribuire.
 
E' stata definita dalla FSF "tivo-izzazione" questa pratica comune, anche se Linus Torvalds (il padre di Linux) non concorda. I registratori digitali TiVo usano Linux ma trasformato dalla casa madre per impedire l'accesso alla libera distribuzione di programmi televisivi coperti da DRM.
 
Molto discussa l'operazione Microsoft-Novell per i recipri scambi collaborativi su Linux e Windows.
 
Già una quindicina di software sono disponibili oggi con GPL3.


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