Impatto del MacBook Air sugli hard disk, voce agli interessati

25/10/2010 23:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Come hanno reagito i principali produttori degli hard disk alla nuova interpretazione di Apple del MacBook Air che monta unicamente memorie a stato solido in un formato diverso dagli SSD? Lo abbiamo chiesto a Seagate ed a WD.
La coppia di modelli di MacBook Air (11,6 e 13,3 pollici) lanciati da Apple settimana scorsa non permette di scegliere tra un hard disk oppure un SSD, come invece accadeva con la generazione precedente.

La memoria flash (64/128/256 GB) impiegata nel sottile laptop la fornisce Toshiba e su una scheda del tutto particolare, nessuno finora aveva “osato” tanto. Sembra che Steve Jobs, per raggiungere gli obiettivi di Apple (leggerezza, bassi consumi, velocità e ridotte dimensioni), abbia girato le spalle sia agli HDD che agli SSD.

Come l’avranno presa chi produce questi mezzi di archiviazione? Lo abbiamo chiesto ai leader del settore, WD – Western Digital e Seagate Technologies, specializzati soprattutto negli hard disk “classici” e con qualche variante con le memoria a stato solido. Per la prima ci ha dato un interessante commento Maurizio Di Carlo, country manager per l’Italia e per la seconda l’ufficio stampa ci ha fornito la dichiarazione del CEO Steve Luczo (l’azienda non può aggiungere altro in questo periodo di transizione della proprietà).

Maurizio Di Carlo – WD

Le tecnologie storage SSD e HDD sono complementari e continueranno a coesistere nel mercato. Nonostante la caduta costante dei prezzi degli SSD, la tecnologia degli hard disk continuerà a mantenere un sostanzioso vantaggio in termini di “costo-per-gigabyte” per i prossimi anni a venire. Come spesso accade, è soprattutto una questione di necessità individuali degli utenti, che potrebbero anche aver bisogno di entrambe le tecnologie secondo le loro specifiche esigenze. Esisterà sempre una differenza di costo tra HDD ed SSD, principalmente per il costo del media NAND necessario a costruire un SSD. Detto questo, un’adozione massiccia da parte del mercato dipende prima dalle necessità degli utenti, e solo poi dal prezzo. Se un utente utilizza il PC per lavorare su Excel e Word, sarà più che soddisfatto di un HDD e del relativo prezzo. Tuttavia, un giocatore appassionato di videogame alla ricerca di velocità e performance elevate sarà ben disposto a investire in un SSD, giustificando il costo aggiuntivo alla luce dei risultati che intende ottenere. Come detto, più che ai costi, l’attenzione forse dovrebbe andare alle necessità specifiche di utilizzo, motivo per cui sia gli HDD che gli SSD continueranno a coesistere ancora a lungo. La soluzione di Apple è più costosa e si rivolge a un mercato più di nicchia che vende alcune migliaia di unità all’anno. WD vende circa 200 milioni di HDD all’anno, e siamo pronti a qualsiasi transizione che possa avvenire nel mondo degli SSD, con i nostri continui investimenti in ricerca e sviluppo per garantire il meglio di entrambe le tecnologie. Il futuro dello storage è nelle mani degli utenti e delle rispettive necessità, e WD continuerà a proporre soluzioni storage mirate a soddisfare queste specifiche necessità.

Steve Luczo – Seagate

L’offerta che propone Steve è unica per i consumatori, la sua posizione gliela permette ed è ovviamente irresistibile. Per quel che ne sappiamo la percentuale delle unità che loro vendono con SSD al posto di HDD è molto piccola. Credo attorno al 3% e comunque non oltre il 5%. Non è questo il primo prodotto che va in questa direzione. Io stesso ho un Airbook con dentro un SSD da un anno e mezzo. Ci sono cose molto belle ed altre un po’ frustranti, queste ultime sono i costi e la scarsa capacità. Ho impiegato molto tempo a fare spazio per quello che ci dovevo mettere dentro, per dirla tutta. Gli utenti possono essere felici operando in questo modo. Forse sì, pensando però al fatto che Seagate ha introdotto il suo drive ibrido nello scorso trimestre, si possono avere praticamente le soluzioni di un SSD ad un costo e capacità un po’ superiori. Con un po’ più di memoria cache crediamo che per il downstream ci sarebbero vantaggi nelle performance degli SSD, sia che si tratti di reattività immediata che l’avvio delle applicazioni, le cose cambiano dopo 1 o 2 anni rispetto al primo giorno. Il mio drive SSD ci impiega 25/30 secondi ad avviarsi contro i 12 secondi che ci impiegava quando l’ho comperato, questo è un problema per il sistema operativo più che per la tecnologia, mi devo ripetere, con gli ibridi c’è modo di alleviare il problema, quindi i tempi d’avvio restano costanti per vari anni. Non credo che il mercato dei laptop vada nella direzione di Apple, tuttavia Apple avrà successo con le sue scelte, tutti i prodotti di Apple riscuotono successo, è un’azienda irresistibile. Vediamo che la fame di storage c’è e noi cerchiamo di coprire ogni necessità. La gente è creativa con i computer e dispositivi e noi ci siamo per le loro esigenze, Steve è certamente in prima fila.



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