Il Wi-Fi di Maroni, per offrirlo si deve chiedere ancora il permesso

22/12/2010 14:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001In attesa di leggere il decreto Milleproroghe di quest’anno sembra che non sia stato più reiterato l’obbligo per l’utente ma resta quello di doversi accreditare in Questura per installare l’hotspot. Aggiornato.
Il decreto Milleproroghe (brutta abitudine italiana di fine anno per mettere una pezza a tutto quello a cui i governanti non hanno posto rimedio in tempi decenti) è stato approvato ma, al momento di andare online con questo articolo, non risulta ancora consultabile. Affidandoci alle indiscrezioni pare che sia: “comunque mantenuta la necessità di ottenere una licenza del questore per gli internet point”.

Nonostante un tardivo disegno di legge che deve fare il suo percorso nelle aule parlamentari, impossibile dal concludersi entro l’anno in corso, il ministro Roberto Maroni avrebbe fatto inserire in questo atto la tanto attesa “liberalizzazione delle reti Wi-Fi”.

Non si capisce perché solo l’accesso wireless ad Internet debba godere di quello che già gode in tutto il resto del mondo, mentre nessuno si preoccupa di considerare anche l’accesso via cavo, esploderanno le vendite di modem Wi-Fi in Italia.

Tuttavia, bene per il mantenimento della promessa di cancellare il terribile decreto Pisanu, purtroppo reiterato fino al 31 dicembre del 2010 dal Milleproroghe dell’anno scorso.

Male invece per il mantenimento, se sarà confermato dagli incartamenti ufficiali, dell’obbligo di accreditarsi in Questura per poter aprire al pubblico un hotspot Wi-Fi in Italia.

Magra consolazione è che l’ipotesi d’inventarsi altri bizzarri sistemi di controllo non si è finora concretizzata.

Appena sarà disponibile il nuovo decreto Milleproroghe confermeremo o smentiremo le indiscrezioni.

Aggiornamento del 22/12/2010: nel comunicato stampa non si fa alcun accenno al Wi-Fi o più in generale al decreto Pisanu.

Aggiornamento del 22/12/2010: altri dettagli riguardo alla comunicazione alla Questura emergono, pare che solo se la fornitura del servizio di accesso alla rete costituisce l’attività principale dell’esercizio debba essere fatta. Quindi chi fa questo servizio in modo professionale ha delle complicazioni ma chi invece lo usa come accessorio, no.



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