Gli ultimi spot italiani dell’iPhone 4, trasmessi in TV

29/08/2011 07:02 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Quello che promoziona l’utilizzo del sistema di trasferimento wireless delle immagini al televisore e quello che ci stimola a comunicare con la videoconferenza per tutti i dispositivi Wi-Fi di Apple. Aggiornato.
Da ieri si sono fatti vedere anche sui canali televisivi italiani gli ultimi spot dell’iPhone 4.

Li avevamo già notati in versione inglese ad inizio luglio, con la messa in onda negli Stati Uniti. Ora gli stessi 2 arrivano anche da noi, come buona consuetidine recente vuole, localizzati sia in voce che in video.

Immaginando che a breve, entro qualche settimana, Apple presenti i nuovi modelli dello smartphone, possiamo ragionevolmente ritenere che non ne vedremo altri per la quarta generazione dell’iPhone.

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Dopo quelli dedicati a “Game Center”, “iTunes & iPod” ed “App Store”, il quinto ciclo italiano si concentra sui 30 secondi di “AirPlay” e “FaceTime“. Entrambi “marchiati” unicamente con il logo dell’operatore TIM, per il momento.

Come possiamo notare, prima del nuovo e meno arrogante slogan finale, Apple ci mostra che Kate è diventata Daria, che Grandpa è diventato Nonno Mario e che Kevin è diventato Roberto, con relativi numeri telefonici italianizzati ed indirizzi email modificati.

Già che siamo in argomento di pubblicità, segnaliamo anche la messa in onda del nuovo spot di Wind, che ad un certo punto mostra un tablet che sembra proprio l’iPad, ma visto orizzontalmente e con una webcam integrata sul lato lungo, invece che su quello corto dove è adesso. Arteficio dei pubblicitari che non potevano citare il tablet di Apple, oppure?

Aggiornamento del 29/08/2011: si sono visti gli stessi spot anche con i marchi di 3 e Vodafone.

Aggiornamento del 12/09/2011: accuse di spot ingannevole su quello di AirPlay.

Aggiornamento del 13/10/2011: oltre 1 mese dopo la denuncia YouTube cancella il nostro video registrato dalla TV per diritto di cronaca di quello che succede in Italia, l’agenzia pubblicitaria Media Arts Lab invoca la violazione del diritto d’autore. Solo su questo e non su tutti gli altri? Tanto interlocutorio con YouTube/Google non esiste e quindi finisce in questo modo, hanno sempre ragione loro (si fa per dire).

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