A 3 settimane dal termine, per gli editori su iOS cambia ancora

09/06/2011 15:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Apple modifica le regole aprendosi al prezzo libero degli abbonamenti delle riviste elettroniche. Un po’ d’ironia. Aggiornato.
Entro fine mese gli editori che vendono abbonamenti online si sarebbero dovuti adeguare alle linee guida stabilite da Apple in febbraio, ma le regole sono state nuovamente stravolte.

23-11232c_newsstandeditoriEditori come quello del FT – Financial Times in Gran Bretagna si sono ribellati, molti mal di pancia hanno avuto altri prima di accettare di vendere abbonamenti per i dispositivi iOS ad un prezzo uguale oppure inferiore a quelli venduti in altro modo.

La solidità delle regole Apple si è quindi sgretolata nell’ultima versione delle rinnovate, che ora concede di più agli editori. Accanto vediamo quelli (compresa l’italiana RCS) che sono stati citati da Apple lunedì scorso.

La cascata di novità arriva lentamente, appena si riescono ad identificare i cambiamenti e questa volta il merito va ad Heise, con propagazione della notizia in lingua più comprensibbile di Mac Rumors.

Se prima al punto 11.13 si leggeva: “Apps can read or play approved content (magazines, newspapers, books, audio, music, video) that is sold outside of the app, for which Apple will not receive any portion of the revenues, provided that the same content is also offered in the app using IAP at the same price or less than it is offered outside the app. This applies to both purchased content and subscriptions“, ora all’11.14 c’è qualcosa di leggermente modificato: “Apps can read or play approved content (specifically magazines, newspapers, books, audio, music, and video) that is subscribed to or purchased outside of the app, as long as there is no button or external link in the app to purchase the approved content. Apple will not receive any portion of the revenues for approved content that is subscribed to or purchased outside of the app“.

Sostanzialmente la restrizione sui prezzi sparisce, ma un tasto che rimanda ad acquisti esterni all’App Store è proibito. Ci chiedevamo che fine avrebbe fatto Kindle o Netflix su iOS e ce lo chiediamo ancora visto che rimandano ad acquisti esterni, perché Apple non spiega se lo considera un SaaS – Software as a Service oppure no.

Prossimamente libertà di prezzo (maggiorato) ma nessuna possibilità di abbonarsi altrove che non con l’acquisto in-app?

Aggiornamento del 09/06/2011: l’attore Richard Dreyfuss ha letto il contratto d’uso di Apple, imperdibile la sua ironica interpretazione, ascoltatelo.

Aggiornamento del 10/06/2011: il canale finanziario CNBC ha discusso il tema, ricordando anche che le granitiche convinzioni di Apple, qualche volta nel passato, sono poi cambiate.

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