IBM: nessun segreto sui nostri brevetti

28/09/2006 12:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Tutte le invenzioni di Big Blue alla luce del sole, anche quelle non ancora certificate dall’Ufficio Brevetti.
Per accorgersi di quali invenzioni vengono depositate all’Ufficio Brevetti dalle varie aziende bisogna andare a cercare nel complicato archivio telematico dell’USPTO – United States Patent & Trademark Office, raramente le società hi-tech pubblicizzano i loro brevetti.

Tutto il contrario per IBM, che ha scelto di pubblicare regolarmente ogni dettaglio e con i veri nomi degli inventori.

Può trascorrere anche molto tempo (anche tre o quattro anni) tra il deposito di un’invenzione e l’attribuzione del brevetto dagli organi competenti, ma IBM non teme la concorrenza e sarà leggibile ogni cosa fin dal primo istante del processo.

John E. Kelly, responsabile della proprietà intellettuale di IBM, ha spiegato che è la voglia di rendere tutto chiaro e trasparente che ha mosso Big Blue in questa direzione, ogni inventore e ricercatore può così verificare le richieste pubblicate. IBM potrebbe così veder approvate più rapidamente le proprie invenzioni, ridotte le litigiosità e diminuite le spese legali.

Possiamo tranquillamente dire che IBM in questo caso “think different” (pensa differente) dalla totalità delle società hi-tech, prendendosi anche rischi non indifferenti. Che possa diventare un modello per altri, è per ora solo un desidero, IBM se lo auspica.

IBM è la società statunitense che per il tredicesimo anno consecutivo deposita più brevetti di tutti le società del pianeta: ne ha in cassaforte 26.000 negli USA e 40.000 a livello globale e ne ha aperti molti altri alla comunità open source, solo nel 2005 l’USPTO gliene ha assegnati 2.974.



setteB.IT – la settimana digitale vista dall'utente mac